Di una coppia di cuori e delle cose assenti
Lui e Lei. Lei e lui. Silenzio, gelo, incomprensione. Rabbia. Rabbia che cede il passo alla menzogna, menzogna che si scioglie come neve al sole, e un redde rationem che si profila all’ordine del giorno di una serata che doveva essere diversa perché doveva essere uguale alle altre nel suo perpetuare il vuoto pneumatico che s’è creato dentro la coppia.
Il tema è la verità, e la doppia e spesso tripla tessitura di trame che intessono una relazione sentimentale, fatte di cose sapute e non dette, o dette e non pensate, o solo credute ma lontane dalla verità. Ma sono temi anche la lealtà, la franchezza, il coraggio di guardarsi allo specchio deponendo le tante maschere che ci abbondano in volto mistificando, come fosse un dovere, una finta e abbozzata felicità in nome di un sentimento del quale è rimasto lo scheletro vuoto.
Uscendo, si fa silenzio. Nessuno chiederà se lo spettacolo è piaciuto. Questi non sono spettacoli che piacciono
Il pretesto è la decisione dell’abbandono e, di lì a cascata, la recrudescenza di nefandezze irriferibili e viltà messe a tacere, il rinfaccio e l’orgoglio, la presunzione e la supponenza, in un gioco delle parti che è parte stessa del rapporto di coppia, quando non c’è più posto per l’amore e il sentimento ha ceduto il passo all’esercizio del potere.
Eppure in scena il cuore c’è, enorme nelle sue fattezze anatomiche, anzi la scena è proprio il cuore, con tanto di aorta e atri e ventricoli, che cade e si rialza e rintocca e batte, e si vede e si sente; eccome se si sente, a significare una materialità perduta dell’amore, che è il grande protagonista della vicenda e in fondo vince sempre, avvolgendo nel folgorante finale, nella sua rete che è anche gabbia, i due protagonisti.
Una pièce che si beve tutta d’un sorso in quanto è biografia impietosa di tutti noi, col suo riuscito tentativo di scandagliare le relazioni umane investigando quale sia quel quid che spesso manca nei rapporti di coppia, e che fa da sostanziale differenza tra lo stare insieme e l’amarsi.
In un contraltare inatteso lo spettatore vive la nemesi inusitata di ritrovarsi protagonista ideale dello spettacolo, verosimilmente avendo proprio accanto, per accompagnatore, la controparte idealmente rappresentata.
la scena è proprio il cuore, con tanto di aorta e atri e ventricoli
La verità spesso è scomoda. E sempre, comunque, faticosa.
Imperdibile; se potete, fateci un salto.
L’AMORE PER LE COSE ASSENTI
scritto e diretto da Luciano Melchionna
con Giandomenico Cupaiuolo, Autilia Ranieri
e con la partecipazione di HER.