Io voglio Cioran e Sarmale
È bello pagare centinaia di euro per ascoltare la band americana, è bello pagare fior di soldi per un certificato IELT o TOEFL. Fa piacere a tutti trovarsi in giro per tutta Italia le tappe del “Festival della narrativa francese”. E i corsi di tango sono sempre più gremiti di cinquantenni rampanti e settantenni ringalluzziti. Anche l’Estremo Est ci piace tanto: dal sushi alle filosofie orientali.E in un mesetto volano centinaia di euro fra corso di inglese, concertone, sushi fuori e corso di tango.
“È giusto spendere per la cultura e lo svago, per il benessere della propria persona e per la formazione”, pensano tutti. Fa meno piacere però, sembra, quando la cultura è un dono che piove dal cielo, regalo di uno Stato magnanimo che vuole proteggere i suoi cittadini fuori dai confini e al tempo stesso rendersi noto agli stati vicini. Mi riferisco alla Romania, il cui governo ha sovvenzionato alcuni corsi di romeno in città europee, ottenendo l’okay dell’allora ministro Fioroni. Qui, improvvisamente, ci si ribella a quello che è cultura, formazione e, volendo, anche svago; penso al bimbo in questo video che definisce il romeno “Moltissimo bello” perché gli permette di imparare poesie e storielle. A ribellarsi ovviamente non sono i bimbi, ma quei genitori ciecamente politicizzati che seguono pedissequamente l’ignoranza dei loro leader politici. Due sono gli istituti di Ladispoli in cui l’esperimento va avanti: da quattro anni in uno, da tempi recenti nell’altro. Esperimento che poi altro non è che l’apprendimento di una lingua e di una cultura neolatina e riconoscenza verso un dono di un paese europeo: nulla di sperimentale, in realtà. Se non il tentativo di sconfiggere un razzismo latente che però fra i corridoi della scuola non si respira. La speranza che conoscere la cultura dei propri compagni di banco possa rafforzare i bambini affinché nel momento di massima vulnerabilità, alle scuole medie e alle superiori, non cedano alla xenofobia.
Siamo tutti così felici di spendere centinaia di euro regalandoli alle realtà anglofone senza che queste abbiano mai fornito un simile aiuto per il semplice amore della loro cultura. Io davvero non mi capacito di come si possa decidere di rinunciare alla conoscenza di un paese culturalmente ricco come la Romania. Come si possa auspicare che i propri figli crescano con un muro che li separa da uno Ionesco o da un Cioran. C’è chi dice che se di integrazione si parla, tanto varrebbe fare lezione di educazione civica. Posto che questa è una materia che già dovrebbe essere compresa nell’offerta formativa, sebbene sia poi spesso messa da parte, resta il fatto che unire all’integrazione l’arricchimento personale apportato dall’apprendimento di una lingua non è cosa da poco.
A Ladispoli i bambini fra i tre e i dieci anni sono più di milleduecento e la presenza romena ricopre il 20% della popolazione: quale occasione migliore di apprendere una nuova lingua, di avvicinarsi ad un nuovo mondo?
Ho avuto la sfortuna di frequentare un liceo linguistico che forniva soltanto lezioni di inglese, francese e spagnolo: invidio bonariamente i ragazzi che cresceranno con qualche rudimento di romeno, che forse ricorderanno appena le strofe di qualche filastrocca e proprio con queste piccole tiritere culleranno i loro nipoti. Mi innamoro di questo pensiero.
Invece c’è chi ha dimenticato la Riforma Berlinguer che lascia ad ogni famiglia la libertà di scegliere la scuola in cui iscrivere i propri figli. Ma, a monte, c’è chi sceglie l’ignoranza. Il che è paradossale, perché l’ignoranza è un buco nero, un punto interrogativo, e dovrebbe essere una condizione da cui sottrarsi, non uno stato in cui rimanere coscientemente e volontariamente.
Sarò fulminea, ma in onore dell’Est – non della Romania, ma dell’Est tutto – e dell’auspicata coesistenza pacifica fra i suoi abitanti in territorio italiano e i cittadini italiani, ho piacere di proporre la ricetta della mia nuovissima
Shocking Pasta
Lo shock fa riferimento al rosa shocking -o piuttosto al fucsia-, ma anche allo shock di quei poverini che di Romania e romeno proprio non vogliono sentir parlare. Lessate la pasta scegliendo un formato di vostro gradimento, nel frattempo preparate un soffritto di cipolla e aglio con aggiunta di cumino in polvere. Grattugiateci della barbabietola precotta, di quelle del banco frigo del supermercato, e un pochino di mela e carota. Lasciate andare fino a che il sugo non raggiunge la densità che preferite. Aggiungeteci poi la pasta al dente, di modo che finisca la cottura nel nostro Mar Rosso-Fucsia. A questo punto, impiattate e completate con olive e del formaggio caprino che potete scegliere se far scioglier o lasciare fresco -è buona in entrambi i modi. Potete decorare il piatto secondo la vostra fantasia. Io consiglio la modalità che ho scelto proprio oggi: un’altra grattata di mele e carote, del prezzemolo tagliuzzato, un poco di crema di aceto balsamico, e un giro d’olio a fresco.