Come ne venimmo fuori (a saperlo fare)
Una aliena, anzi una geisha, anzi no una samurai. Sicuro una combattente. Fa il suo ingresso dalle retrovie della platea del Bellini di Napoli una minuta ma enorme Sabina Guzzanti. Ha le unghie affilate come un giaguaro e una lingua tagliente come un coltello affilato.A piedi nudi, con un pantalone a campana, una maglia trasparente sulle braccia e acconciata come un gallo blu, Sabina dà il meglio di se. Venuta dal futuro 2041 sale sul palco in quanto scelta per il discorso di celebrazione che terrà prima dei festeggiamenti organizzati per il fine secolo. Per la fine del secolo di merda.
Come ne venimmo fuori è un monologo ideato, scritto e recitato, per quasi due ore di fila, dalla stessa Sabina, che in una specie di Ritorno al futuro mette gli spettatori davanti alla loro imbecillità. E sì, perché per forza imbecilli dovevano essere i merdolani, gli umani che hanno vissuto il secolo di merda, per non accorgersi di ciò che stava capitando intorno a loro…anche se poi SabnaQƒ2, questo è il suo nome, una spiegazione se la dà: i merdolani erano troppo impegnati a stare sui social a postare foto di gattini e scrivere massime prese a caso qui e là.
Dietro il monologo c’è uno studio incredibile, approfondito e sistematico, fatto dall’attrice sulla teoria del liberismo e del neo liberismo. Ah, se solo potesse tenere dei seminari di storia nelle scuole superiori, quante cose cambierebbero e quanti studenti reputerebbero tale materia meno noiosa!(n.d.r) La sua immensa bravura sta nell’analizzare punto per punto il declino che il mondo ha avuto dal 1990 in poi, facendo però un excursus di ciò che era stato il pianeta già da prima della I Guerra Mondiale e di come soprattutto, la ribellione, la cultura, la disobbedienza verso uno Stato che schiaccia, priva e non protegge porta al cambiamento epocale, basti pensare ai Viet Cong o le donne, vero motore del mondo, durante gli anni ’70. Assistere al suo spettacolo è come essere sulle montagne russe. Un minuto prima sei lì con le lacrime agli occhi per le battute pungenti e precise e le imitazioni perfette di personaggi ahimè troppo meno buffi, assurdi e bislacchi degli originali e cinque minuti dopo sprofondi nella sedia di velluto rosso perché davvero ti senti nient’altro che una povera merdolana.
Solo la conoscenza porta al rispetto
E allora Come ne venimmo fuori?
Non ve lo dico, perché dovete scoprirlo da soli. Lo spettacolo sarà in scena stasera 28 novembre e domani 30 Novembre al Bellini di Napoli.
Tutte le info qui
Io vado a vedere come iniziare a coltivare i popozzoli, per poi farli sotto sale.
Doverosa ed emozionante prima e dopo lo spettacolo la commemorazione al Maestro Luca De Filippo scomparso prematuramente qualche ora prima.