Idraulico. Ovvero un’annosa storia di perdite
C’è stato un periodo in cui ho avuto una qualche idiosincrasia con gli idraulici.
In Italia è impossibile contattarli durante la settimana e se poi la perdita del tuo lavandino si fa avanti prepotente di sabato fai in tempo a morire annegato.
In India la questione è più sottile ma non meno incasinata.
Arti è ciò che le famiglie altolocate definirebbero una domestica. Per me è il tramite con il mondo esterno
Devo subito iniziare con una precisazione e una digressione.
La precisazione è la seguente: oltre a Satish, la mia vita in India ha altri punti fermi. Uno di questi é Arti.
Arti è ciò che le famiglie altolocate definirebbero una domestica. Per me è il tramite con il mondo esterno, ovvero colei che gestisce ogni problema che non può essere risolto utilizzando il britannico idioma. Ovvero, quasi ogni cosa.
Arti litiga con lo spazzino che si rifiuta, per motivi che ancora non mi sono chiari, di ritirarci l’immondizia; Arti litiga con l’omino delle consegne dei giornali che vuole farci pagare di più; Arti mi ha spiegato che cos’è un Chula perché un giorno si è presentato uno alla porta che mi diceva “Chula? Chula?” e io gli ho risposto, con finezza romana “Ma chula a tua sorella”. Salvo poi scoprire che il Chula è qualcosa di importantissimo collegato alla bombola del gas.
Arti è anche una delle principali ragioni per cui in questa casa si mangia poiché è incaricata della spesa. Io sono andata al mercato una volta e, oltre a essere quasi finita in un tombino rotto, ho anche comprato delle verdure appartenenti ad un’altra epoca. Quella di Gandhi.
Arti è sposata con Chander, anch’esso addetto alla risoluzione delle problematiche domestiche. In realtà non ho ben capito cosa faccia poiché, oltre a essere sempre molto stanco, Chander si produce in una serie di atti poco sensati universalmente conosciuti come chanderate di cui parleremo diffusamente in seguito.
La digressione invece è questa. Quando mi sono trasferita a Delhi, vivevo assieme alla mia metà migliore in un bellissimo appartamento di un’elegante palazzina. Quando si va a vivere in un posto nuovo, sembra sempre tutto bello. Diciamo che si tende a trascurare la potenziale presenza della cosiddetta Magagna perché la felicità, oltre a essere una cosa meravigliosa, è un fenomeno che rimbambisce e ti rende drammaticamente ingenuo.
Quindi nessuno aveva notato che in quel bell’appartamento c’era un evidentissimo problema di carenza di acqua. O meglio, di acqua ce n’era ma era tutta nascosta sotto La Magagna.
La Magagna impersonata dall’inquilino del piano di sotto che per comodità chiameremo First Floor. Il nome ovviamente suggerisce che noi vivessimo al second floor.
Quindi mentre noi non riuscivamo a lavarci nemmeno i denti, lui aveva delle rigogliosissime palme sempre ben irrigate.
I nostri rapporti con First Floor sono rimasti cordiali fino a quando, durante un’innocente conversazione circa la scarsità d’acqua che ci costringeva ad andare a farci la doccia in palestra ogni sera, scopro che “per volontà divina” lui si era allacciato al nostro cassone dell’acqua e ci innaffiava il suo giardino.
Quindi mentre noi non riuscivamo a lavarci nemmeno i denti, lui aveva delle rigogliosissime palme sempre ben irrigate.
A quel punto i rapporti divennero meno cordiali, anche perché Arti nottetempo si era intromessa nelle faccende relative alla volontà del divino e aveva staccato il tubo di First Floor dal nostro cassone e, con una scopa castigatrice, aveva minacciato il domestico del suddetto affinché non facesse più il rabdomante dalle parti nostre.
Qualche mese dopo questa annosa questione, noto una perdita d’acqua nella nostra camera da letto: “Forse è colpa del monsone” suggerì la mia metà migliore con spirito pratico.
Dunque, chiamiamo l’idraulico. Anzi, Arti chiama l’idraulico che sarebbe arrivato di lì a venti minuti.
Dopo due ore non c’era alcun idraulico e Arti mi ha fatto gentilmente capire che se ne sarebbe andata e che avrei dovuto arrangiarmi.
Dopo tre ore ero tristissima perché l’idraulico seguitava a non arrivare e non potevo richiamarlo, non avendo il numero.
A un certo momento mi suona uno alla porta. Ovviamente penso sia l’idraulico.
“Madame, ti serve un elettricista?”
“No…avevo chiamato l’idraulico…!
“Lo so. Io sono l’elettricista. Il cugino del fratello dell’idraulico.”
Non so cosa dire. Non sono nemmeno sicura di aver capito la relazione tra i due.
“Ma quindi l’idraulico quando viene?”
“Boh. Ti serve un elettricista?”
“No…”
“Ok, ciao.”
“Ciao”
Tutto questo per dire che l’idraulico è arrivato un mese dopo, quando ormai delle palline di muffa blu venivano giù dal soffitto tanto la perdita era consistente.
“Madame.” dice con tono perentorio “Qui esploderà tutto”
Che non è esattamente ciò che uno si vuole sentire dire in India.
“In che senso?”
“Vieni con me…”
Andiamo insieme nel terrazzo condominiale dove assisto a uno spettacolo che avrebbe lasciato titubante chiunque.
Era proprio un cesso. E pure brutto. Ma soprattutto era in terrazzo.
First Floor, adempiendo a non si sa bene quale necessità, aveva costruito nel terrazzo un cesso. Mi si perdoni la volgarità ma, ahimè, definirlo bagno o toilette sarebbe stato eufemistico. Era proprio un cesso. E pure brutto. Ma soprattutto era in terrazzo. In quel terrazzo dove io ogni tanto portavo i miei ospiti a bere un caffè.
“Vedi Madame” dice l’idraulico “Per costruire il cesso, hanno deviato le tubature dalla canalina principale e le hanno fatte passare sopra la vostra camera da letto. E siccome le hanno fatte male ora ci sono delle perdite.”
“Ma perchè le perdite sono blu?”
“Beh, perché usano un disinfettante blu quando lavano il cesso. Quindi a voi vi cola in testa acqua di cesso.” Ciò detto, compiaciuto per la sua ironia, si fa una grassa risata.
“Ma come faccio a risolvere questo problema?” chiedo disperata
“Impossibile. Devi buttare giù il muro. Ti conviene cambiare casa Madame. Ora scusa ma devo andarmene”
L’India è un paese dove ogni cosa si risolve da sola. O quasi.
Un bel giorno di maggio, con 50 gradi percepiti fuori, il proprietario di casa, in barba al nostro contratto di affitto, ci ha sfrattato. E quindi noi, avendo trovato un’altra casa, abbiamo risolto egregiamente il problema delle perdite d’acqua.
Sic transit gloria mundi.