Autunno caldo
“Vuoi la giacca? Non fa mica caldo. E’ pur sempre autunno e il sole è andato da un po’.”
La domenica scema dietro i massicci rocciosi, le luci del bar fanno le veci del sole, le bottiglie di birra mettono in bella mostra le loro etichette colorate sul bancone, il barista pulisce la macchina del caffè e così facendo soffoca le già deboli note della radio. Fa niente, penso io, la canzone non è di mio gradimento. Accanto a me alcune conoscenze pluridecennali propalano caricature di vita vissuta al limite del lecito. Sono storie in definitiva verosimili, ma solo per chi quei tali li conosce, appunto, da un paio di lustri e più. Per altri, ho motivo di credere, quelle parole risulterebbero quanto meno mendaci. Un cane trascina il corpo tra gambe di sedie e gambe di uomini, un paio di avventori anziani sorseggiano i loro francesini colmi di bianco e sospirano paragonando generazioni tra loro troppo lontane. Un tale vince un bel gruzzoletto al videopoker e la scarica di monete è tale da coprire il rumore della macchina del caffè. I soldi hanno una ritmica fragorosa. L’albero della cuccagna è un sogno antico e sempre attuale.
Non ho la giacca, il maglione è leggero. Autunno caldo. Le foglie non lo sentono e cadono lo stesso. Sui rami, penso, non deve fare per niente caldo.
Imbocco una sigaretta morbida e mi accingo all’uscita con il vezzo del direttore d’orchestra. Testa alta, mani in tasca. Me lo posso permettere. Per lo meno qui me lo posso permettere. Non ho la giacca, il maglione è leggero. Autunno caldo. Le foglie non lo sentono e cadono lo stesso. Sui rami, penso, non deve fare per niente caldo. E nemmeno qui, perché il freddo penetra il cotone e si appiccica alla pelle. Autunno caldo non è un ossimoro, inverno caldo lo è, ma autunno caldo no. Può fare caldo in autunno.
Però quando il sole dà le spalle e la luna fa capolino il freddo si sente, eccome. Ma mentre espiro il fumo in direzione del lampione per osservarne gli imprevedibili intrecci, penso che d’estate, talvolta, fa ben più freddo. Il freddo in estate è insopportabile. Fa battere i denti, accapponare la pelle. E’ un freddo tagliente, penetra nei pori e si avvinghia allo stomaco. Non te lo aspetti il freddo d’estate. In autunno è differente. Se fa caldo, è oro colato. Se fa freddo, ormai ci sei abituato. E’ più facile guardare al domani, in autunno. Anche di domenica sera.
“Ti ringrazio, ma non fa così freddo. E’ un autunno caldo. E poi ho finito la sigaretta. Ora rientro.”