Caput Mundi International Burlesque Award
Questa sera di novembre regala un clima a prova di spacchi e scollature vertiginose e non è un caso se, di fronte al Teatro Centrale, ci sia una così alta concentrazione di corsetti e lustrini, perché questa è la prima serata del Caput Mundi International Burlesque Award.
Sul Rose Carpet allestito per l’occasione un sound retro accoglie gli ospiti, rotto soltanto dal flash dei fotografi e dal rombo delle Harley Davidson dei Free Bikers che scortano sulle loro due ruote le stelle che illumineranno la serata.
Si respira bellezza e l’aria concitata che precede il grande show; platea, tavoli e scalinate sono gremiti di persone che, per la serata, fanno sfoggio di look studiati nei minimi dettagli tanto che si fa fatica a distinguere le spettatrici dalle artiste in gara che, una alla volta attraversa l’ingresso del teatro per sparire dietro le porte dei camerini in attesa di calcare la scena.
La regola aurea del Burlesque: più si urla più l’artista si spoglia!
“Get this party started” cantano le Karma B, vere mattatrici della serata in grado di tenere il palco e il ritmo dello show con grinta ed ironia, presentando al pubblico i loro compagni di viaggio, Azzurro Fumo, impeccabile maggiordomo, le Stage Kittens che inguainate in calze a rete e corsetti di pelle sono lontane anni luce dall’icona della classica valletta, Vibrissa e il suo alter ego Vibranzo, vero macho in cerca di qualche donna da irretire.
Ma spetta ad Albadoro Gala, produttrice della kermesse e splendida in un abito color carne che le abbraccia il corpo, dare inizio alla gara; uno ad uno salgono sul palcoscenico i giudici: Michelle L’Amour stella americana del neo burlesque, Sven Petersen, proprietario e direttore artistico del Queen Calavera, tempio europeo del burlesque in quel di Amburgo, Virgile DeNice, fondatore dell’agenzia di burlesque Voodoo Deluxe e ultimo, ma non ultimo, Russell Bruner boylesque professionista che questa sera avremo modo di conoscere bene.
Ogni gara ha le sue regole e le Karma B ricordano al Teatro la regola aurea del Burlesque “più si urla più l’artista si spoglia”, patti chiari amicizia lunga, si può iniziare con la prima performer in gara: Catrice Cat a lei, sensuale Cappuccetto Rosso che ha smarrito la strada, il compito di rompere il ghiaccio fattosi presto bollente del Caput Mundi.
Inseguendo la sensuale Cappuccetto Rosso, rimasta vestita solo di due pasties, ai più noti con il nome molto meno elegante di “copricapezzoli”, giunge in scena Wonderful Ginger con tanto di barba finta e look maschile. Wonderful Ginger vestito dopo vestito si libera di un moderno Don Giovanni rimanendo svestita e libera.
Non c’è un attimo di respiro in questa serata, né per il pubblico, né per le Karma B che punzecchiandosi annunciano la terza artista in gara, l’australiana Tina Joy che sa bene come trascinare il pubblico, scegliendo per la sua esibizione “Minnie The Moocher” dal film Blues Brothers, nota a tutti per il refrain trascinante “Ari Ari Ari Ah”, è un attimo ed il pubblico è tutto per lei, tra urla che la costringono ad abbandonare il vestito di velluto blu per far sfoggio di un paio di pasties dalle nappine dorate che Tina riesce a far vorticare in maniera ipnotica avendo come sottofondo le urla del pubblico.
L’eccitazione generale accompagna l’ingresso in scena di Jolie Tease che, adornata da fiori, trascina il pubblico romano alle Hawaii, facendo ondeggiare la gonna di paglia e rimanendo vestita solo di fiori.
Dalle Hawaii agli abissi il passo è breve e Ginger La Rouge entra in scena mascherata da sensuale pesciolina, che non svelerà il proprio volto neanche alla fine della performance. E da questa sirena al contrario si passa a Psychobella Camy, inguainata in un abito mummia che benda dopo benda svela un corpo muscoloso e dorato, in perfetto stile Miss Olympia.
Juicy Jane conduce il pubblico dall’horror all’Olimpo vestendo i panni di un Cupido pasticcione ed innamorato di se stesso che ben presto abbandonerà la scatola a forma di cuore a coprire le nudità per svelare a tutti il suo sesso…glitterato!
Il palco non smette di stupire e l’ultimo concorrente è un uomo, Colt Finger, un gangster in guepiere e autoreggenti in grado di liberarsi dalle manette volteggiando su di un palo e sparando al pubblico, al termine della performance, una pioggia di coriandoli dorati che non servono a mitigare la mia profonda invidia per delle gambe così perfette.
Mentre i giudici sono al lavoro, le Karma B cantano una moderna versione di “Mille lire al mese”, l’epoca è diversa e si sognano 1000 euro al mese e un po’ di glitter per essere felici e su queste note un po’ retro possono andare in scena le prime star della serata: Miss Rosabelle, che volteggia eterea sospesa da terra tra tessuti viola e Angelina Angelique che dalla Boemia, armata di frusta e curve voluttuose riesce a mettere in riga le Stage Kittens e tutto il pubblico.
Ad un tratto l’immagine di una donna dai capelli rosa prende totalmente la scena e Vibranzo e tutta la compagnia regalano un omaggio alla sfortunata Mrs Rose, scomparsa prematuramente e a cui la produzione ha dedicato il Rose Carpet, ricordando a tutti che “Noi siam come le lucciole brilliamo nelle tenebre, schiave d’un mondo brutal noi siamo i fior del mal”.
Una lucciola verde brillante appare sul palco, Michelle L’Amour, accompagnata da Russell Bruner, la coppia regala una performance erotica, sensuale, lasciando agli spettatori il compito di immaginare un amplesso, dopo il loro lento spogliarsi, cercarsi e volteggiare seminudi l’una tra le braccia dell’altro.
Il caldo scompiglio causato da Michelle e Russell non si è ancora sopito che sul palco appare Aleksej Von Wosilius, un seducente fauno che conquista il pubblico, come farebbe con una ninfa, danzando e spogliandosi lentamente, svelando un corpo bronzeo e scolpito dalla danza.
L’incanto del fauno lascia il palco a Madame Romanova, una versione russa, sensuale e femminile di Arturo Brachetti che in una manciata di minuti regala al pubblico romano più cambi d’abito di un Festival di Sanremo lasciandolo a bocca aperta a chiedersi dove è il trucco, mentre sul palco torna Michelle L’Amour questa volta splendida solista tra due ventagli volteggianti di piume rosa cipria.
Michelle non ha neanche il tempo di cambiarsi d’abito, il tempo scorre e i giurati salgono sul palco, insieme ad Albadoro Gala e alla corona che spetterà alla nuova Papessa che per il 2015 sarà…rullo di tamburi… Tina Joy, pelle diafana, bocca vermiglia e chioma corvina, per lei si apriranno le porte del Queen Calavera e della Voodoo Deluxe e l’inizio di una luccicante carriera.
Si chiude quindi il sipario sulla prima serata di questa terza edizione del Caput Mundi International Burlesque Award, a noi donne mortali non resta che sognare di diventare dee, con boa di piume e guepiere scintillanti con cui andare a lavoro, camminando su un Rose Carpet, forti e coraggiose come le donne (e gli uomini) del burlesque che con la loro eleganza mostrano i loro corpi e la loro dedizione all’arte entrando in possesso dello sguardo sognante del pubblico.
Photo: Roberto Radimir