Non abbandonarti se non ad una bella canzone
È da tempo che non parliamo. Io e me stesso, intendo. Da tempo osserviamo certi eventi, fianco a fianco, precipitare e sfuggirci alla possibilità di comunicarli, indugiare nel percorso che dalla testa porta alle parole. A volte il vento è troppo forte per lasciare aperte le vele, e naufragare tradirebbe il progetto di partire. Perché si dice partire, ma poi significa arrivare.“Forse sarebbe più bello tacere in accordo coi nostri pensieri che solo ad esprimerli in verbi e parole non son più verità” dice Canzone Ecologica (“ma so che sarebbe anche bello sceglierle bene per farle aderire con più precisione all’anima con la sua musica”).
Quando le persone sono felici pensano a godersi la felicità, non a raccontarla.
Me ne sono accorto quando ho deciso di prendermi una pausa da me stesso, quando ho sentito che il contenuto stava diventando più grande del contenitore. Le cose devono defluire, non debordare. È una differenza sottile, in termini, ma sostanziale nei fatti. I sentimenti che viviamo, qualunque essi siano, hanno un valore troppo grande per rinunciarvi, e non sono certo io a dovervi spiegare perché. Ma ci sono modi e modi di rimanervi in contatto, una gradualità: c’è chi ci sguazza, chi si difende, chi non li comprende, chi ha ritagliato loro un tempo ed uno spazio preciso e ben delimitato. Ognuno con la sua formula, ognuno con la sua storia, ognuno con le sue possibilità, come sempre.
A volte non bastano, e allora l’apatia prende il sopravvento, o al contrario ci si sente totalmente in balia di qualcosa che è dentro di noi ma al tempo stesso ci sovrasta. Correresti ai ripari, ma hai perso la bussola, e se ti guardassi dall’alto ti vedresti girare in tondo. Cosa puoi fare? Non lo so, aspettare forse, sperare nel tempo. E non abbandonarti, se non ad una bella canzone o all’abbraccio di un amico.