Zero sfumature di grigio
E poi boh.. ti accorgi che la curiosità sta morendo quando le persone iniziano una frase con e poi boh.
Esistono modi di far arrivare un concetto, più o meno intensi, esistono le sfumature; altrimenti a che varrebbe la lingua? A che varrebbe la poesia? A che varrebbe l’Arte?
Non vedo più la curiosità intorno a me, la voglia di cercare, di scoprire, di capire, di interpretare.
Si dice e basta, senza fermarsi un attimo a pensare come.
Perché queste espressioni? Perché tante, troppe persone non sanno più esprimersi?
Far arrivare un concetto non è certo abbastanza.
Far arrivare un concetto non è certo abbastanza.
Ora cercherò di non generalizzare cadendo anch’io nella banalità del quotidiano, la lingua è prima di tutto uno strumento ed è nata proprio con lo scopo di intendersi, il parlato è diverso dallo scritto ma quello che a me preoccupa (e preoccupa tanto) è che questo modus operandi lo vedo applicato a tutto, è ormai insito nel costume, in questa maledetta cultura usa&getta del ventunesimo secolo.
Pochi ormai si preoccupano della forma e, siamo d’accordo, ciò che conta è la sostanza, ma se è vero che questa vita poi è inutile, fine a sé stessa perché dopo morti non resta che un ricordo, allora, per lo stesso principio, perché curarsi di stare al mondo? È inutile!
La gran parte delle persone è forse troppo presa dal riuscire a campare in questa nave senza nocchiere in gran tempesta che si dimentica di cercare la bellezza nel mondo che la circonda.
Vogliamo, e mi ci metto dentro anch’io che sto qui a filosofeggiare (o filologheggiare?), tutto subito e facile: la canzone facile che, cito in soccorso Marco Castoldi, dà tutto al primo ascolto, il racconto breve, perché per leggere un romanzo serve troppo tempo, la compagnia perfetta, perché affrontare le incongruenze con le persone richiede troppi sacrifici.
Lungi da me voler additare chi, in fondo, è solo (in)consapevole vittima di questo nuovo costume ma, se guardo in alto (no, non lì, un po’ più giù..), credo di sapere abbastanza chiaramente verso chi punterei il mio dito; e il dito non sarebbe l’indice. Tantomeno il pollice.