Parma e Verdi: un incontro eterno
Il mio incontro con il Teatro Regio di Parma e Giuseppe Verdi comincia emotivamente tanti anni fa dai racconti di chi fece e vinse una finale di un concorso lirico. Il mio incontro tra il Teatro di Parma e Verdi ricomincia del Festival Verdi 2015.
Arrivo in una giornata uggiosa, il cielo è perlaceo e una pioggerellina fitta e continua mi ricorda che siamo in autunno. Ho lasciato un’estate tardiva per immergermi nella terra verdiana.
Il mio incontro con il Teatro Regio di Parma ha il sorriso di una brunetta che con professionalità e gentilezza mi accompagna nei labirinti del teatro. Prendiamo un ascensore che ci porta in alto, troppo in alto, sui tetti: siamo in sala scenografia. Come sempre ho il privilegio di conoscere e vivere il “dietro le quinte” .
Il mio incontro tra il teatro di Parma e Verdi ricomincia del Festival Verdi 2015.
Una grande sala con attrezzi e timpani sparsi qua e là, a terra il nastro per indicare i movimenti di scena e tanti specchi. Attendo parlando con gli studenti di canto di una master class finché non arriva Lui, il Maestro, la leggenda: Renato Bruson.
Il Teatro Regio, Parma, Verdi e Renato Bruson sono elementi di un puzzle che si compone: Il Festival Verdi.
Sento cantare dalla sala vicina. Riconosco la voce cristallina e lo stile del soprano Desirèe Rancatore che prova con il pianista le arie del concerto del giorno dopo; mi impongo di non porgere attenzione. Devo tenere alta la mia soglia della curiosità per non sciupare l’emozione della sorpresa e così mi concentro ad osservare il grande baritono che con le sue mani e con il suo sguardo cerca di trasmettere l’amore per la musica a quei giovani studenti, quasi a voler trasferire in loro la sua arte.
Riconosco la voce cristallina e lo stile del soprano Desirèe Rancatore
È sera quando ritorno nelle strade affollate e bagnate della città ducale. Sotto il portico del Teatro addobbato da un tappeto rosso un altoparlante diffonde nell’aria musiche di Giuseppe Verdi. Comincio un gioco solitario: riconoscere la voce degli interpreti. In verità baro con me stessa perché non è difficile riconoscerli ben sapendo che i più importanti cantanti lirici si sono esibiti in quel Teatro.
Finalmente è sera! La sera in cui entrerò in questo tempio della musica dalla porta principale. In strada già sento le chiacchiere degli spettatori e cerco di riconoscere tra loro i loggionisti. Nei teatri d’opera i loggionisti sono il pubblico più competente, ma a Parma sono un’istituzione e il loro giudizio spietato ha troncato carriere di compositori e cantanti.
Prendo posto in platea, ho trovato un accredito stampa in biglietteria, non sono qui da melomane, ma da scrittrice di emozioni. Mi guardo intorno e ammiro la pittura del tetto, conto le file di palchi bianchi e dorati… il quinto ordine è la galleria.
Parma e Verdi continuano a viaggiare all’infinito sorretti da un amore eterno rinvigorito dalla professionalità degli interpreti
Giovan Battista Borghesi dipinse sul sipario l’allegoria “Trionfo della Sapienza”, rappresentazione del governo di Maria Luigia, la cui figura appare nell’immagine centrale di Minerva. L’Olimpo degli Dei raffigurati con abiti settecenteschi è lo sfondo del recital del soprano Desirèe Rancatore, accompagnata al pianoforte dal pianista Giulio Zappa. L’artista bella ed elegante intrattiene il pubblico con la sua dolce voce, abbellendo il suo canto con filati lunghi ed eleganti. Alla fine di ogni aria il pubblico esplode in un fragoroso applauso.
Parma e Verdi continuano a viaggiare all’infinito sorretti da un amore eterno rinvigorito dalla professionalità degli interpreti, dall’amore di una intera città e dei suoi cittadini verso una forma d’arte che oltrepassa il tempo che è uguale a se stessa e nello stesso tempo sempre attuale e nuova.