La vita che c’è
Che vita c’è
oltre quella collina
dove sei andata a stare?
Gioisci anche tu del battito d’ali
di una crisalide divenuta farfalla?
Contempli anche tu lo stesso cielo grigio
carico di lacrime mai piante?
Che vita c’è
oltre il dolore sordo
dove le nostre due anime si sono perdute?
Pensi anche tu alla nostra gioventù
dipinta dei colori dei sogni?
Sai anche tu che non ritroveremo mai
la gaia innocenza di quei momenti?
Un giorno ti farò visita
oltre la collina e il dolore sordo.
Mangeremo noi due sole
a una tavola imbandita
di risate gioiose
e guarderemo gli altri vivere
sedute sul ciglio del mondo.
Motivazione della giuria:
Il testo, di vago sapore leopardiano, punta al “due” in forma romantica e di rimpianto, secondo uno schema amoroso classico.