Napoli è
Napoli è quel posto da cui desideravo passare da tempo. Vivere su un’isola implica una certa difficoltà negli spostamenti se non sei di quelli che hanno il conto sempre pingue, e non è il mio caso. Ho però avuto l’opportunità di vivere a Roma per diverso tempo, ma mai una buona occasione per vedere Napoli. Sfiorarla ma non toccarla, intravvederla ma non sprofondarci. E quel gigante sornione del Vesuvio che ti invita a casa sua è sempre stato poco più che un’ombra che si stagliava all’orizzonte, sempre troppo sfumato tra le nuvole basse. Napoli. Luoghi comuni, frasi fatte, clichè. Non mi faccio condizionare. Io Napoli la dovevo vedere con i miei occhi.
La prima occasione fu un anno fa. Entrammo in città furtivi, alle luci della sera. Il castello bianco diventava dorato sotto il sole. Non c’era abbastanza tempo per vedere altro, accontentati ché chi si accontenta gode. E quel profumo, quel profumo che sa di mare e traffico, quel caldo piacevole che alla sera è come una carezza di mamma. Mi mancava casa mia, non mi sono mai trovata a mio agio a Roma, forse perché per diverse situazioni l’ho associata a un sentimento negativo.
quel caldo piacevole che alla sera è come una carezza di mamma
La seconda volta che passai per Napoli mi presi un gelatone enorme proprio vicino a Piazza del Plebiscito; un salotto lindo e garbato, e un gelatone buonissimo a un prezzo che a Roma ci compri forse il cono vuoto. Quel giorno riuscimmo a fare un veloce giro dentro la città con l’auto. Alla faccia dei luoghi comuni ho visto solo vie caratteristiche, un traffico caotico ma non proibitivo, anche se la storia di andare in tre in motorino è verissima!
Ho visto Napoli dall’alto, da una sorta di belvedere da dove si aprivano lunghe e sorprendenti vie in discesa che parevano finire proprio nel mare azzurro. E fiori tra i poggioli, un brulicare di gente mentre il sole sembrava sorridere e dire ” uè va tutto bene”.
E poi lui, quel gigante non troppo buono che mi ha sempre affascinata, ma il tempo non basta mai. Ho avuto occasione di salire sul Vesuvio una prima volta. Il panorama del Golfo mi ha letteralmente paralizzato i sensi. Una bellezza, alle luci del tramonto, che non ti lascia respiro a sufficienza per dirlo.
Non ho ancora soddisfatto appieno il mio desiderio di girare tranquillamente per Napoli alla scoperta delle sue bellezze, ma ho potuto, quest’estate, gustarne un’altra fetta. Per la verità ho gustato una mozzarella che al ricordarla produco bava come accade ai cani quando ti guardano mangiare; sì lo so, non è una bella immagine. Una mozzarella di bufala bella tonda, opulenta, succosa.
Napoli. Luoghi comuni, frasi fatte, clichè. Non mi faccio condizionare. Io Napoli la dovevo vedere con i miei occhi.
Silenziosa Napoli ad agosto nell’ora di pranzo. Claudia parcheggia in doppia fila e sorride con gli occhi azzurri che brillano. Mi porta in una delle pasticcerie più buone di Napoli dove fanno la migliore sfogliatella riccia. Calda, croccante, avviluppa i sensi e ti ingombra il cervello. La pasticceria è un locale alla buona che si affaccia su un’allegra stradina trafficata di persone e macchine. Ancora una volta mi sento a casa.
Ci spostiamo per un caffè al famoso bar Gambrinus. Elegante, con architettura e arredi in stile Liberty che ti proiettano in un’epoca in cui belle signore sorseggiavano cioccolate e caffè tra il fumo dei sigari. C’è tanta gente. Le tazzine dipinte con motivi floreali riportano su scritto il nome del locale e nulla hanno a che vedere con quelle tazzine bianche e anonime del “solito posto”. Scottano, e l’acqua si beve rigorosamente prima! Io non sono amante del caffè caldo, ma ci tengo a fare bella figura e ingurgito la bevanda rovente.
Un occhio vorrebbe lacrimare ma no, gli intimo che non può. Il caffè è davvero buono, ti lascia in bocca quel giusto sentore di tostatura che onestamente non avevo mai sentito altrove perché Napoli è anche caffè, non solo babà e pizza. Anche stavolta non riesco a vedere molto, sono sempre di fretta, sempre e solo di passaggio, ma riesco a lo stesso a scorgere la Galleria Umberto I mentre Claudia mi racconta qualche aneddoto. Paolo è una figura rassicurante che aggiunge dettagli.
Vorrei potermi fermare ancora, assaporare a bocca piena tutti i colori e i profumi, tuffarmi nel viavai delle vie del centro, ma sono costretta a rimandare. Ci sarà una prossima volta e sarà decisamente più lunga.