Vita da bohèmien
Vita da giovani squattrinati, vita da bohèmien. Questi termini per descrivere uno stato che mette a fuoco alternativamente situazioni, volti, quadretti quotidiani. Vita da ragazzi che vivono in una mansarda sotto i tetti di Parigi dove l’unico calore è dato dall ’amicizia e dagli ideali.
Vita di giovani che vivono d’arte e di espedienti: pioggia o polvere … freddo o solleone, nulla arresta questi arditi avventurieri … quando il bisogno ve li costringe eccoli cavalcare in groppa alle più fantasiose matterie … vita gaia e terribile…
Questa la prefazione al romanzo Vie de Bohème di Henri Murger, che ispirò il libretto di due compositori: Ruggero Leoncavallo e Giacomo Puccini.
Vita da ragazzi che vivono in una mansarda sotto i tetti di Parigi, dove l’unico calore è dato dall ’amicizia e dagli ideali.
Ogni personaggio è delineato attraverso la musica : Mimì si presenta a Rodolfo con il suo soprannome ed egli prende tra le mani la sua gelida manina. Anche Musetta nella scena del caffè Momus descrive se stessa in modo frivolo e il piacere di una vita di lusso.
Ma la vita spensierata dei giovani parigini si scontra presto con la dura realtà, con la malattia … e così tutti diventano presto adulti . La loro vita viene sconvolta dal bisogno di aiutare un’amica e così uniscono le forze per comprare medicine e quel manicotto che Mimì desiderava tanto.
La scena della morte di Mimì è considerato uno dei finali più commoventi del mondo operistico. Il primo a piangere fu lo stesso Puccini quando lo suonò al pianoforte : la dolce protagonista non compie nessun gesto particolare, ma in essa è l’epilogo di una rappresentazione della vita nelle mansarde del quartiere latino.
Mimì, Rodolfo, Marcello, Colline, Schaunard e Musetta sono gli antesignani di quei giovani che vissero tra le strade della rive gauche nel lontano ’68, e anche loro, come i giovani intellettuali del tempo della rivoluzione, si sono scontrati con una vita senza sogni e senza poesia.
Foyer da grandi occasioni l’altra sera la Teatro Massimo per un’opera di repertorio, come dicono i melomani, e l’opera in cartellone è proprio la Bohème di Giacomo Puccini, ovvero la vita breve e spericolata di questi giovani artisti parigini. Scalinata addobbata con un tappeto rosso per accogliere il Presidente della Repubblica e il Presidente del Senato e così la vita solita degli abbonati alla prima viene sconvolta dalle personalità sedute nel palco reale. la dolce protagonista non compie nessun gesto particolare, ma in essa è l’epilogo di una rappresentazione della vita nelle mansarde del quartiere latino
Entriamo in sala, la platea e i palchi sono stracolmi di donne elegantissime e di uomini accaldati da giacche e cravatte per una temperatura siciliana di fine estate. La vita del teatro si compie, è un rito che si ripete ed ogni volta sembra diverso e unico.
L’opera lirica si conclude e la vita ricomincia “bella come l’aurora “o meglio “come il tramonto” similitudine che ben descrive il passaggio dalla giovinezza ad una età matura.