Refugees, il profugo dentro
chi inveisce contro un fenomeno appellandolo male del secolo, non si rende conto di come sia ciclica la storia
Questo brano (…) Mi faceva pensare a come mi sarei sentita dovendo fuggire, dovendo peregrinare nel mondo. Se avessi avuto la guerra a casa.
Refugees
Quando parti e lasci un luogo, il tuo, e non sai in quale punto cardinale del mondo troverai un nuovo terreno d’accoglienza, è come se tu andassi ad esplorare una terra appena emersa, sconosciuta. Tutto diventa estraneo quando è incerta la prospettiva.
ma forse semplicemente parla del fuggitivo, del bisognoso di fuga e di accoglienza che è in ciascuno di noi
E se vado al nord, so bene che troverò freddi ghiacciai, e foreste appuntite e rigogliose. Ma chi mi dice che quei cristalli abbiano le stesse strutture, e in quelle piante non scorrano altre linfe, io non ne so più niente dei luoghi dove non ho vissuto, ora che non ho più il mio. La guerra può toglierti qualsiasi certezza, davvero tutte, anche il nome.
Andando a Sud dove c’è caldo e secco, la polvere negli occhi potrebbe corrodermi la vista, essere carta vetrata sulle mie pupille, cancellarmi lo sguardo. E potrei dover restare là cieco, con la pelle assetata di rugiade del mattino, coi ricordi nella testa a scoppiare come mine.
Forse, anche quando tutto cambia e la guerra ci ha tolto le speranze, forse all’ovest si può trovare un luogo in cui vivere da profugo, sì, ma in pace. Purché sia possibile che qualcosa ti riconosca, o che tu riconosca qualcosa. Che tu possa avere un simile anche là.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=9r7cXRJqofw]
Refugees, Van der Graaf Generator
North was somewhere years ago and cold
Ice locked the people’s hearts and made them old
South was birth to pleasant lands, but dry
I walked the waters’ depths and played my mind
East was dawn, coming alive in the golden sun
the winds came, gently, several heads became one
in the summertime, though august people sneered
we were at peace, and we cheered.
We walked alone, sometimes hand in hand
between the thin lines marking sea and sand
smiling very peacefully
we began to notice that we could be free
and we moved together to the West.
West is where all days will someday end;
where the colours turn from grey to gold,
and you can be with the friends.
And light flakes the golden clouds above all
West is Mike and Susie
West is where I love.
There we shall spend our final days of our lives
tell the same old stories
yeah wellat least we tried.
Into the West, smiles on our faces, we’ll go
oh, yes, and our apologies to those
who’ll never really know the way
We’re refugees, walking away from the life
that we’ve known and loved;
nothing to do or say, nowhere to stay
now we are alone.
We’re refugees, carrying all we own
in brown bags, tied up with string;
nothing to think, it doesn’t mean a thing
but we’ll be happy on our own
West is Mike and Susie
West is where I love,
West is refugees’ home.