Che ti succede, Italia?
Ero già pronta con il mio pezzo narrativo. Una storia come un’altra, messa in prosa, per raccontare qualcosa di vero, o fittizio, che fa pensare, sognare ad occhi aperti, riflettere senza soffermarsi su ciò che succede nel mondo; un attimo di “svago” per queste menti affollate, dove i pensieri si respingono a gomitate e il più delle volte fanno male, perché la tendenza è quella di capitolare nel negativismo, senza essere capaci di reagire o guardare oltre. Tanto ormai va di moda restare indignati. Per qualsiasi cosa.
Allora ho pensato di prendere cinque minuti per darvi fastidio anch’io. Pur stando lontana geograficamente dalla mia madrepatria, resto comunque aggiornata su ciò che succede laggiù. Facile al giorno d’oggi certo, se non fosse che non è solo grazie ai social media che il mio mezzo telematico di informazione viene inondato di quelle che non vogliatemene se vengono da me etichettate come “cazzate“. I quotidiani on line tanto quanto facebook e compagnia bella in questi due giorni non hanno fatto altro che riempirmi la testa delle informazioni più importanti, a detta loro, del momento, prima fra tutte l’elezione di Miss Italia.
Già mi gira male quando ripenso al fatto di essere nel duemilaquindici, in un mondo (o almeno mezzo) in cui si è combattuto per diritti umani, diritti femminili e quant’altro, e ancora esistono le elezioni delle miss Italia, America, Mondo, Universo. Miss Via Lattea, Miss Alpha Centauri… Io non lo so, ma è normale? Leggo commenti e messaggi lunghi chilometri riguardo ad un’uscita poco brillante della sventurata vincitrice che viene etichettata nei modi più rozzi, meschini e, scusatemi, banali, riducendola una straccio. Ma gente mia, cosa vi aspettate? Vi devo ricordare io cosa si insegna ora nelle scuole? Cosa vi aspettate che siano i frutti di una società che sta crescendo imbambolata davanti a schermi ridotti, anzi ridottissimi, a suon di stronzate? Prendetevi un minuto per pensare.
La nuova Miss Italia è una ragazza normale. Non è splendida, non è Charlize Theron, che concedetemelo, dal punto di vista estetico è una delle più belle donne del mondo, ma è comunque una bella ragazza, normale e, sembrerebbe, alquanto semplice. E’ un’adoscelente della seconda decade del ventunesimo millennio. E’ cresciuta in un’Italia che negli ultimi anni ha perso completamente di vista cosa voglia dire essere il territorio (perché ci siamo ridotti ad essere solo quello) in cui è nata una delle civiltà più conosciute e “pesanti” – dalla prospettiva culturale – del mondo intero; un’Italia che si è infognata con la politica, politica che non può essere più definita tale visto che di “Arte di governare” non c’è neanche una sfumatura ingiallita. Questa giovane donna in evoluzione ha studiato, forse, su libri elettronici. E’ quasi più concepibile l’idea che la storia l’abbia appresa guardando 300, il Gladiatore, Troy e il Patriota che sfogliando libri di carta. (Questo mi riporta alla tensione da acquisto libri usati per il liceo che cominciava il giugno precedente all’anno scolastico in arrivo andando di compagno in compagno, parente in parente, amico in amico, chiedendo per pietà il libro usato l’anno prima. Dopo un lustro, il libro era lo stesso, lo studente diverso, le sottolineature con evidenziatori diversi per ogni persona facevano tutta la pagina segnata a righe giallo acceso, verde vomito, rosa shock, lilla potente, azzurro cielo Simpson, e non c’era più una linea libera bianca da considerare valevole di essere studiata, e ognuno imparava quello che riusciva a decifrare sotto le scie di colore). Lei, su cosa l’abbiamo fatta leggere? Il tablet?
Cosa vi aspettavate veramente? O siete ancora convinti di abitare in un Paese di giovani talenti? Miss Italia non dovrebbe rappresentare l‘Italia? A me sembra che la rappresenti benissimo. Tesoro splendido non volermene perché non vuole essere un giudizio nei tuoi confronti, perché io dalla mia so benissimo che sei piccola, che stai crescendo e che quella frase ti è uscita dalle labbra perché nell’ingenuità della tua tenera età, in un momento di panico, ti esce tutto tranne che qualcosa di intelligente da dire. So benissimo che hai le capacità per esprimere concetti più interessanti di “vorrei essere nata nel ’42 perché essendo femmina non avrei fatto il militare e non sarei andata in guerra“, ma al momento perdonami, sei il chiaro simbolo della nostra datata, ma che vuol apparire giovane ed interessante, Italia.
Quanto sei bella, Italia, da fuori? Quanto? Tanto. Le coste del Salento non ce le ha nessuno. Venezia non ce l’ha nessuno. Napoli è solo nostra, e guai a chi la tocca. Una Valle dei Templi così esiste qui e da nessun’altra parte. E ancora le Cinque Terre, le Alpi, il Mar di Sardegna e non offendetevi se non nomino tutte le regioni e le zone meravigliose in lungo e in largo perché veramente non mi basterebbe una pagina (infinita) di wordpress. Italia sei bellissima. Ma sei solo quello. La sostanza l’hai persa. Forse ti è stata tolta, alzo le mani e faccio un passo indietro, ma cosa hai fatto per riprenderla? Cosa ti è successo? Perché anche tu, Italia, secondo me ti sei dimenticata cosa vuol dire veramente essere nel ’42.
E’ brutto Italia. E’ brutto guardarti da fuori e dover dar ragione a chi ti prende in giro. C’è un uomo che sta venendo condattato perché libero di esprimere le sue opinioni, condivisibili o meno, e tu vuoi togliergli la libertà. Ma a te interessa parlare di una ragazzina che è sì tanto bella da guardare, ma che forse solo fra qualche anno sarà piacevole da ascoltare per poterci scambiare qualche parola assieme. Una volta che l’avrai cresciuta come piace a te. Bella fuori e pulita dentro. Plin plin. Perché se fuori fosse stata una cessa, il suo interno forse sporco di esperienze vissute, di sacrifici e unghie senza French, spezzate dalla fatica dell’arrampicata sui muri impervi della vita reale, la sua pelle segnata dal tempo passato dentro e fuori i luoghi accademici ad accrescere la sua conoscenza, ma non solo, la sua capacità di pensare e relazionarsi con il mondo, se fosse stata così non l’avresti mai scelta come tuo simbolo, perché non ti avrebbe rappresentata. E hai ragione Italia. Almeno su questo non posso darti torto.
Ora, scagliatevi pure. Mal che vada vi leggerò nei commenti come va di moda ora.