Selfie stick, la peste del terzo millennio
Lei, lo strumento di distrazione di massa. Quella che i baciapile derubricano volentieri come l’ennesimo sintomo del narcisismo 2.0.
La crociata è partita dalla reggia di Versailles. A seguire gli Uffizi di Firenze e il Moma di New York. Il Louvre ci sta pensando su. Le protesi ferrate sono state considerate d’intralcio ai turisti. Accecamenti, colluttazioni, bestemmie. Troppi gli incidenti procurati dal suo utilizzo. Così ecco scattare le prime limitazioni alla bacchetta magica dell’Ego con tanto di sanzioni per i trasgressori.
Basta che dietro al soggetto immortalato compaia un logo, un marchio, una famosa opera d’arte e zacchete: l’effetto marketing è garantito.
Quindi stiano tranquilli i maniaci dell’autoscatto (così come i loro oscuri speculatori). Potrete continuare a farli. Ovunque e con chiunque. A casa come in un museo. L’importante è lasciare la fastidiosa prolunga metallica a casa. Per il bene comune. Per la salute oculare del vicino che è considerata – almeno per ora – più importante di una manciata di like su Facebook.