Amami Bufo
“Amami Bufo…ma fai in fretta” sembra supplicare lei sotto il peso del suo amore. Con un balzo si volta e sparisce nell’acqua verdastra del lago.
Tutto ebbe inizio in una fredda mattina di marzo, le “chiare fresche et dolci acque” del lago erano un po’ troppo fresche per i miei gusti. Entrai in acqua, m’immersi in pochi metri, abbandonai la macchina fotografica sul fondo, e come al solito, mi strinsi il capo per pochi istanti: non sopporto il freddo specialmente sulla testa!
Poggiai una mano sul ciottolato sommerso, mi spaventai, qualcosa di grosso e dalla forma indefinibile, saltò via, sgusciando un poco più in là.
Cercai con lo sguardo tra le pietre, li distinsi solo per gli occhi color oro dall’espressione tagliente con la loro pupilla a fenditura.
Uno sopra l’altro. Così si amano i rospi. Un po’ come noi, solo che non se ne stanno in un letto ma sott’acqua.
Lei, è molto più grande di lui, se lo porta in giro sopportando la pressante necessità della riproduzione.
“Amami Bufo…ma fa’ in fretta!” implora lei. Se lo porta sulla schiena il suo focoso amante che la stringe a sé, senza lasciarla mai, nemmeno per respirare.
Nuota, arranca e si trascina sino alla superficie, per poi tornare sotto, sul fondo, oppressa, soggiogata. Gravose catene la trascinano giù nell’oblio verde, l’unica cosa che è importante è la riproduzione, generare la vita.
Non so se, nella cruda semplicità dell’essere un rospo femmina, lei avverta tutto ciò. Ma in cuor mio soffro per lei: metafora animalesca di tutte le donne in pena, soffocate da amori pressanti.
Dovrei forse ammirare la scena come fotografa ma non ci riesco. Il suo atteggiamento mi pare un tale sacrificio!
Vorrei toglierle quel peso di dosso ma non posso.
Non si deve interferire con la natura. La strana coppia mi viene incontro. Lui sopra di lei nemmeno mi vede, lei mi porge una zampa. Forse vuole aiuto o forse cerca di quietare il mio animo:
“Va’ per la tua strada sorella sub, io starò qui sotto di lui, farò quello che deve esser fatto: amami Bufo, ma fa’ in fretta“.