A ritmo di Salsa
Il ritmo parte timido, una “Salsa” dolce, morbida, un lento in chiave caraibica. Il corpo risponde d’istinto al battito scandito dalla clave. I piedi iniziano a muoversi , nella classica armonizzazione cubana del 3-2 dove il ballerino di “Casino” inizia a danzare sul primo tempo musicale. Ecco che la magia prende forma, la sala si svuota e non hai occhi, pelle, muscoli ed ossa che per la partner. Sei il portador, colui che inizia il corteggiamento, perché questa è la Salsa, un rito di corteggiamento, di conoscenza, un modo per proporsi, per dirle che sei speciale. Sei un cavaliere, responsabile del divertimento della dama. Ballare Salsa è uno stile di vita, una mentalità. Il corpo leggermente curvo in avanti, così come ballavano gli schiavi nel loro poco tempo libero, quando dimentichi delle fatiche, dei soprusi, delle angherie trovavano ristoro nel sorriso della bella creola che solo il favore degli dei gli avrebbe concesso in sposa.
La coppia è stretta in un abbraccio di riconoscenza, nel reciproco senso di gratitudine per quel contatto così intimo, carnale, in un primo approccio sensoriale, nell’esplorazione delle fisicità, nella valutazione delle risposte più spontanee del corpo
Sono pochi minuti eppure in così poco tempo si compie il giro del mondo. Ci sono cose nella vita sottovalutate, condizionate da milioni di paletti mentali, rigettate dal benpensare, relegate a pratiche quasi delittuose, peccaminose, immorali. Ma quanti si sono chiesti che ruolo abbiano ricoperto le danze tribali nell’evoluzione verso la celebratissima danza classica? Forse in pochi, difetto umano ricorrente troppo spesso, quello di avere poca memoria. Quante somiglianze esistono tra Tarantella, Pizzica, Caraibici o musica Balcanica? Talmente tante che un orecchio distratto potrebbe confonderle. Il mondo oggi è separato per convenienza, per interesse, quello stesso mondo della comunicazione istantanea contraddice sé stesso in nome di una falsa identità. In un’epoca in cui i continenti sono distanti poche ore di aereo, si è perso il vero senso del contatto umano. Come è possibile spiegare che la danza e la musica derivino da un’origine comune, quando davvero le distanze equivalevano alla morte, ed oggi con tutte le facilitazioni a disposizione ci sentiamo distanti anni luce dai nostri simili?