Fumare fa bene
Dopo una sana scopata, è quello che ci vuole. Le scintille scoppiettano, la fiamma traballa, luccica, risplende. Per un breve momento perfino mi riscalda. Proietta l’ombra della mia mano sul muro, nella penombra della stanza. La prima boccata è sempre la migliore, quella che innesca la combustione, che libera il primo aroma. Inspiro a pieni polmoni, il fumo mi entra dentro, si propaga nei miei anfratti, stuzzica la lingua, col sapore si ostina sul palato, l’odore mi riempie il naso. Lo accolgo. Mi rilassa.
Fumo e me ne vanto, non sono tra quelli che di tanto in tanto provano a smettere, che non ammettono la dipendenza, che possono smettere quando vogliono. Forse per la verità potrei in effetti smettere quando voglio. Solo che non voglio, non ho mai voluto; non mi passa neanche per la testa.
Farà pure male, provocherà il cancro e le peggiori malattie, ma come la mettiamo allora con mio nonno, che fumava il doppio di me e s’è spento serenamente di vecchiaia, oltre i novant’anni?
Quanto a lungo voglion vivere lorsignori? Stolti, domani stesso potreste morire, non sarà una sigaretta in meno a salvarvi la vita
Peraltro la crociata contro il fumo è solo una parentesi dei tempi moderni. Di questi tempi dove il dramma di vivere occorre a tutti i costi prolungarlo il più possibile, dove impera la piaga del salutismo che ci vuol vedere tutti uguali, tutti in perfetta salute, tutti della sostanza stessa della plastica. Invulnerabili, invincibili, incorrotti.
Ad ingaggiare lotte impari contro nemici impalpabili e dai nomi improbabili: radicali liberi, batteri cattivi, aminoacidi deleteri, persino cromosomi impazziti, attingendo a piene mani da un esercito altrettanto evanescente che sembra frutto di fantasie perverse, fatto di provitamine, omega tre, acidi essenziali, integratori probiotici. Ci immergono nella dimensione dell’infinitamente piccolo, della biologia molecolare, schiavi inconsapevoli delle multinazionali della chimica e della farmaceutica e della pubblicità, certi come sono che questa roba così piccola non potremo mai vederla coi nostri occhi, non foss’altro per accertarci della loro esistenza, se non del fatto che ci faccia vivere quel giorno in più, in cui di certo pioverà.
Quanto a lungo voglion vivere lorsignori? Stolti, domani stesso potreste morire, non sarà una sigaretta in meno a salvarvi la vita! Rinuncerete solo all’alleanza antica, atavica tra vino, caffè, sesso e tabacco. E non saprete cosa vi sarete persi.
Anche per questo dopo ogni scopata, io fumo, come dopo ogni caffè. Perché almeno, ad ogni boccata, il sapore acre del tabacco e il suo odore penetrante si confondono col gusto della libertà di fare quella scelta che si ritiene nel comune sentire meno saggia, ma che mi permette di attingere alla vita a pieni polmoni, e di affermare la vita fors’anche rinnegandola, come direste voi signori benpensanti. Ecco perché dico che fumare fa bene, e non scagliatemi contro il medico. Lo ripeto. Fumare fa bene. Fa bene allo spirito. E spesso, fuma anche il medico.
E non si tratta sempre e soltanto di tabacco, a volerla dire tutta, ma di questo parleremo in una prossima puntata.
Ora, lasciatemi fumare.
Ti sembro stronzo? Scusa, sto provando solo a mettermi in un punto di vista diverso dal mio, magari mi convinco. Non ti sembro stronzo? Spiegami perché nei commenti. E se vuoi approfondire, vai a leggere quaggiù la presentazione di questa mia rubrica.