Le virgole della Storia
La storia è una materia antipatica. Sta lì. Dispettosa, a ricordarti quel che vuoi ricordare, ma a rinfacciarti quello che vuoi dimenticare. E’ successo un curioso episodio qualche giorno fa, quando il capo del governo inglese, David Cameron, si è lasciato sfuggire un sostantivo a proposito dell’arrivo degli immigranti: “swarm”, sciame. Con implicito paragone tra questi che scappano da ogni sorta di paura e gli insetti.
Il paragone può anche sembrare calzante, una folla fatta di singoli che visti in prospettiva sembrano appunto sciamare verso una direzione. Quel che invece non quadra molto è il pulpito. Non si può imputare a un governante tutta la storia pregressa, ma se questi usa simili argomenti e vi aggiunge questioni di identità, di salvaguardia delle proprie tradizioni, di identità religiosa e di costumi, ecco che la storia, appunto dispettosa, fa capolino.
Pensano forse gli inglesi che in Africa il loro arrivo fosse stato apprezzato dai locali, e così in India? O magari in Australia, oppure a Hong Kong, e perfino in Medio Oriente, dove quei confini realizzati col righello dagli inglesi ci costano ancora tutte queste continue guerre. Oppure la Palestina e le guerre con gli israeliani. O nelle isole del Pacifico. Loro sciamavano molto, e non per bisogno ma per potere e maggiore ricchezza.
E tutti quelli che parlano, pontificano, esigono, condannano, un po’ su tutti i temi, dovrebbero spesso riprendere in mano anche dei semplici libri di scuola. O dare una occhiata su Internet, su Wikipedia o simili. Scoprirebbero che un sacco di cose che avvengono provengono da fatti che sono avvenuti. La storia non si fa con i “punto e capo”. Al massimo con qualche virgola.