Elena
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Elena si sentiva sempre fuori luogo. Elena si sentiva sempre fuori dal coro. Questo non faceva di lei una persona asociale. Tutt’altro. Gli amici, i conoscenti e chiunque avesse avuto modo di conoscerla dicevano di lei grandi cose. Ad Elena piaceva ballare, ma lo faceva di rado. Quello che faceva spesso era osservare. Osservava con gli occhi piccoli e un po’ a mandorla, verdi bottiglia, la vita che le scorreva davanti, goccia dopo goccia, ma ciò che più la incuriosiva era l’umanità che la circondava. Osservava le persone in silenzio e per ciascuna di esse intesseva una storia. Si chiedeva come mai quella tale persona era così spocchiosa e vedeva nel suo passato una maestra che la umiliava per una leggera e passeggera balbuzie. Poi c’era quel tipo che tamburellava continuamente le dita sul tavolo e nella sua testa questo succedeva in virtù del fatto che era l’ultimo figlio di cinque fratelli e da sempre avevano avuto i minuti contati per stare al bagno. E poi guardava con attenzione una donna che aveva sempre, costantemente un sorriso stampato sulla faccia. Finto. Quel sorriso era decisamente finto. Di certo aveva dei problemi col marito, le rughe vicino la bocca lo urlavano a gran voce e doveva essere di sicuro così. Qualche volta li aveva visti litigare. Elena non si fidava per niente delle persone che vogliono a tutti i costi sembrare felici. Lei lo era? Forse sì. Le bastava poco in realtà. Un bicchiere di vino, del buon cibo e pochi amici fidati ad esempio. Non le piaceva stare al centro dell’attenzione, ma sedeva sempre un po’ defilata e quando si trattava di fare baldoria, nel momento di massimo divertimento per gli altri fingeva di ricevere una telefonata e andava via. Si annoiava quando c’era troppo chiasso intorno a lei e non si poteva conversare. Preferiva star sola decisamente. Le piaceva canticchiare però tra sé e sé. Rimmel di De Gregori era uno dei suoi pezzi preferiti. Elena odiava il suo nome. Alle scuole medie l’appellavano come la sua omonima più famosa e malediceva la madre per non averla chiamata, che so, Federica, Anna anche Sabrina o Priscilla le sarebbe piaciuto. Priscilla come quel film in cui le Drag Queen attraversano il deserto con i loro mantelli luccicanti. Le era da sempre rimasto impresso quel film. Il fatto è che lei nemmeno il suo primo bacio aveva ancora dato e questo la faceva imbestialire ancora di più. Elena era sempre a dieta. Ma di nascosto sognava di ingozzarsi di dolci. E qualche volta lo faceva.
In particolare andava matta per le cheesecake.
Per fare la cheesecake alle ciliegie vi occorrerà:
400 g di biscotti Digestive
150 g di burro
400 g di formaggio cremoso spalmabile (io light)
250 g di ricotta
1 yogurt vaniglia
160 g di zucchero a velo
400 ml di panna da montare
10 g di colla di pesce
ciliegie fresche
Salsa di ciliegie
Per prima cosa sbriciolare i biscotti ed unirli al burro fuso in precedenza. Metterli in un contenitore, possibilmente con i bordi apribili e compattare per bene. Mettere in frigo per una trentina di minuti. Quindi montare la panna tenendone due cucchiai da parte. Mettere la gelatina in un contenitore con l’acqua fredda.
In una ciotola mescolare con la frusta la ricotta con lo zucchero e lo yogurt, unite il formaggio. Aggiungete la panna montata ed incorporatela delicatamente al composto di formaggi.
Scaldare la panna che avete tenuto da parte, strizzare quindi la gelatina e scioglierla nella panna calda, mescolandola bene, per evitare grumi ed unitela alla crema. A questo punto versate il composto sulla base dei biscotti.
Livellate la superficie e fate riposare in frigo per almeno 2-3 ore. Trascorso il tempo necessario, togliete il cerchio della tortiera guarnite la superficie della cheesecake con la salsa di ciliegie e decorate con quelle fresche.
A Elena ne basta una fetta abbondante ed è in pace con il mondo.