Jeep Wrangler Sahara, l’Imperatore
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Stavolta è diverso. Non potrò parlare di Jeep Wrangler al femminile, tipo la vettura o la macchina. Stavolta no. Appena mi sono messo alla guida, ho capito che a questo giro avrei avuto a che fare con un animo maschile.
L’impressione immediata è stata quella di guidare qualcosa di simile, in larghezza, all’Iveco Daily, avete presente? Afferrata l’antifona mi sono fermato, armeggiato con il joystick a centro plancia e sistemato i due specchietti retrovisori esterni. Adesso posso premere sull’acceleratore ed iniziare a godermi questo vero mito dell’industria automobilistica.
Il Wrangler vuole braccia, buone braccia per manovrare. Ha un piglio spiccato e si palesa in tutta la sua possanza
Pigio sul pedale destro e, assistito da un poderoso cambio automatico, il capostipite dei fuoristrada inizia a muoversi. Questo è il momento in cui capisco cos’ho fra le mani: la personalità, le caratteristiche, l’estrazione di una macchina. Ebbene, mi sono sentito per un momento in soggezione, come quando due rivali si studiano prima di battersi, ma con la coscienza del reciproco rispetto.
Rifletto cercando una definizione da dare al Wrangler. Mi suona tutto stonato, fuori luogo, a tratti indegno. Ho pensato ad una nave, ad un rimorchiatore, ad un carro armato. Nulla, stavo sbeffeggiando il mio avversario, errore disonorevole. Poi la luce.
Mi trovo di fronte ad un nobile Imperatore Romano.
La risposta all’acceleratore non lascia dubbi in merito. Si muove maestoso; il ronfo del suo turbodiesel 2800 mi fa venire in mente i leoni al Colosseo. Ha un’andatura sicura e senza alcun nervosismo. Supera di molto in altezza tutte le comuni auto in fila nel traffico, incute rispetto. Basta lampeggiare perché in tangenziale la corsia di sorpasso si liberi, come d’incanto. L’auto che precede prontamente aziona la freccia; si fa da parte.
Si muove maestoso, il ronfo del suo turbodiesel 2800 mi fa venire in mente i leoni al Colosseo. Ha un’ andatura sicura ma senza alcun nervosismo
A questo proposito, per evitare stiramenti o rovinose cadute, nell’uscire o entrare in abitacolo usate i predellini sottoporta: stanno lì apposta. Vi faranno bene alla salute e alla dignità. Cadere – questo è il rischio! – davanti al bar più frequentato del vostro quartiere potrebbe rovinarvi la reputazione vita natural durante!
All’interno si sta benone. Sedili perfetti, avvolgenti, in pelle, volante regolabile, autoradio con diffusori sparsi ovunque, anche sul soffitto, vani portabottiglie, pulsanti e manopole al posto giusto.
C’è il necessario, ma non oltre. Qui siamo di fronte a un tipo duro e puro.
Jeep Wrangler può portarvi in cima al mondo a fare amicizia con Zeus senza stancarsi neppure un po’. Mica ha quattro ruote; queste sono quattro monolocali con terrazzo, e se non fosse per qualche dettaglio in plastica un po’ sottotono, l’interno sarebbe davvero perfetto.
La vita di città gli sta stretta; anzi, azzardo: proprio non gli interessa. Alla guida mi sono venuti in mente il mare, coste alte, coste sabbiose, rocce modellate dal vento e dallo smerigliamento della salsedine, sole abbagliante e fuoco al tramonto.
Luoghi in cui muoversi con calma, mete da sogno da esplorare col dovuto rispetto, a bordo del compagno perfetto per un viaggiatore, ma non per un turista.
Wrangler è un mito, è conosciuto in ogni angolo del globo e ogni centimetro di questo nostro straordinario pianeta gli è caro. Per questo oggi l’ho rispettato con tutto il tatto di cui sono capace. Un avversario degno di ogni onore.
Il momento più difficile è stato restituirlo.
L’auto in prova è stata gentilmente fornita da Motor Village, Corso Meridionale 53 Napoli
Ho provato per voi la Jeep Wrangler 2800 Crd Sahara 200 cv, con cambio automatico
Si ringrazia Debora Di Meo, imprenditrice, per la squisita ospitalità presso la Villa Romana di Servilio Vatia