In nessun luogo, dappertutto
Già da molti anni, mi impegno a non andare in giro per Ferragosto. In controtendenza con la spasmodica ricerca di destinazioni e viaggi per riempire l’assillo di questa data, trascorro la festa delle feste lontana da spiagge, alberghi, divertimenti e inviti nella mia casa di campagna. Non ho alcun interesse per quel che fanno i vip, per le location più alla moda ed esclusive, per le spiaggiate e le albe ferragostane delle riviere e tutte le altre venue di richiamo. Ho molto viaggiato per la mia professione e ho la possibilità di scegliere periodi meno affollati per le vacanze, per cui in questa mia allergia per il Ferragosto c’è una componente di privilegio che riconosco e ammetto. Ma devo dire che abitando in estate non lontano dal mare e vicino a molti luoghi rinomati di villeggiatura, divertimento e evasione, potrei tranquillamente e con poco sforzo associarmi a qualche compagnia, evento.
abitando in estate non lontano dal mare e vicino a molti luoghi rinomati di villeggiatura, divertimento e evasione, potrei tranquillamente e con poco sforzo associarmi a qualche compagnia, evento. Invece, me ne tengo lontana per tutta scelta.
Invece, me ne tengo lontana per tutta scelta. La giornata è strettamente dedicata a starsene a casa o non lontano da questa. Tutt’ al più si possono fare passeggiate a piedi per sentieri poco battuti tra campi e boschi, se ci si alza presto alla mattina. Altrimenti si può dormire a piacimento, mettere musica, cucinare cose leggere e appetitose, sentire i rintocchi delle campane per sapere che ora sia, lasciando perdere il guardare orologi e avere scadenze.
La lontananza che metto tra me e il mondo per Ferragosto, credo che non sia legata a un mio snobismo. E’ un amore per la fantasia, per i viaggi con la mente, per farsi trasportare dal silenzio e dalla solitudine. Per i non luoghi. Perché in nessun luogo è dappertutto. E così essere sola a guardare il cielo, o le foglie che tremano sugli alberi, vuol dire viaggiare ben più lontano di qualsiasi ambita destinazione tipica del Ferragosto.
Sì è proprio lei che sfugge, l’estate. Mentre rincorriamo una destinazione e un diversivo, lei volta una pagina, è pronta ad abbandonarci.
In questo esilio elettivo mi dedico agli scorci, a vedute strabiche di panorami, ad angoli che possono essere liberamente interpretabili come posti lontani o che ti fanno riscoprire in modo nuovo il tuo “qui”. E’ nella quiete sonnacchiosa del mio giorno, nella danza silente delle fronde, nel passaggio lento delle nuvole e quello veloce delle rondini sul tetto, che il resto del mondo mi diventa alieno, e questa data perde la connotazione conosciuta; quella del fragore, delle abbuffate, degli scherzi goliardici e volgari in spiaggia, dei motoscafi. Ma anche delle tradizioni religiose, o dei grandi scatti in giro per il mondo. Mi ricordo alcuni ferragosto in luoghi lontani oppure relativamente vicini ma ugualmente paralizzati da questa necessità che fosse festa per tutti, per il popolo e per i potenti, e con il tutto esaurito delle stanze in hotel, dei posti al ristorante, dei biglietti per i concerti. Un paese sperduto della California o uno della Bretagna non facevano eccezione. E proprio questa impellenza di esserci in un altrove a sancire il rito dell’estate matura, godereccia mi ha sempre fatto sentire questo giorno come fosse intriso di una tristezza, quella di qualcosa che sfugge. Sì è proprio lei che sfugge, l’estate. Mentre rincorriamo una destinazione e un diversivo, lei volta una pagina, è pronta ad abbandonarci. Noi ci affanniamo a rincorrerla e lei già ha la valigia fatta, per sfuggire. Non passerà molto tempo e ci accorgeremo di un ombra più lunga nella sera, di un brivido entrando in mare, di un amico che parte, dei giorni – pochi – che mancano per il rientro alle normali attività della vita non estiva.
“E un anno se ne va”. Lo diceva anche un motivetto estivo assai popolare. E’ così. Passato Ferragosto, il tempo inesorabile ci mostra gli anni che passano, la ruota che gira, gli ingranaggi che si rimettono in moto pronti a impigliarci nelle loro cremagliere.
Forse per quello mi piace rimanere qui a Ferragosto, nel mio piccolo eremo, lontana da tutto, ma con l’impressione che qui si possa essere in qualunque luogo del mondo. Ogni angolo un possibile altrove, un dappertutto, dove il tempo non passa e l’estate non finisce.
( foto a sx di Luca Canonici, www.lucacanonici.it )