Torre del Lago Puccini
Circondata da una vegetazione lussureggiante di giunchi e canneti guardo il lago di Massaciuccoli e subito si accende la mia fantasia; vedo Giacomo Puccini con la sua immancabile sigaretta sulle labbra. In quella casetta sul lago riceve gli amici che si uniscono a lui per le battute di caccia e nella solitudine della quiete lacustre compone la sua musica.
Il lago di Massaciuccoli evoca caldi pomeriggi del Maestro intento a comporre nella sua stanza: chino sul suo pianoforte ogni tanto alza lo sguardo sullo specchio d’acqua, dal quale si alza uno stormo di aironi rossi.
È già l’ora del tramonto e il pubblico si avvia verso il teatro costruito sul lago, il vecchio teatro con le poltrone in ferro verdi che si chiudono da sole. Oggi è più confortevole, più grande, ma ha perso il fascino di un teatro all’aperto, dove solo la musica di Giacomo Puccini è sovrana.
Il lago di Massaciuccoli evoca caldi pomeriggi del Maestro intento a comporre nella sua stanza: chino sul suo pianoforte ogni tanto alza lo sguardo sullo specchio d’acqua, dal quale si alza uno stormo di aironi rossi.
Aspettiamo il calar della notte, si spegne l’ultimo raggio di sole e si accende il palcoscenico.
Appare una casa giapponese con un terrazzo e un giardino, lo scenario nel quale si compirà l’azione. Quasi a distrarre l’ascoltatore i violini attaccano con un fortissimo vigoroso e allegro, a cui si aggiungono prima le viole, poi i violoncelli e infine i contrabbassi con ff ruvidamente. Si accendono i fari sulla scena, la platea piomba nell’oscurità e un affaccendato Goro introduce un ufficiale della marina americana in quella semplice casa giapponese.
Il pubblico aspetta l’entrata in scena della protagonista, i melomani sanno che l’opera avrà il suo ampio respiro solo quando farà il suo ingresso la farfalla.
Il palcoscenico si apre sul lago e per la sorpresa del pubblico già rapito dalla musica arriva una piccola imbarcazione illuminata da lanterne di carta. Un ppp dell’orchestra introduce il personaggio che apparirà: Cio Cio San. Ecco, il Maestro Puccini è lì con la sua musica, con quella giovane donna che per amore va contro le convenzioni della cultura del suo popolo.
Giacomo Puccini è nelle note che accompagnano lo stupore di Madama Butterfly che ammira il cielo e i fiori e che si affaccia alla nuova vita con la gioia e l’incoscienza di un’adolescente.
Il pubblico aspetta l’entrata in scena della protagonista, i melomani sanno che l’opera avrà il suo ampio respiro solo quando farà il suo ingresso la farfalla.
Il cielo è nero, la notte ha avuto la supremazia sugli ultimi bagliori del giorno, la luna illumina il firmamento solo con uno spicchio. Il lago di Massaciuccoli è una distesa argentea, le luci del palcoscenico si riflettono come lucciole e Pinkerton tende la mano alla sua piccola sposa giapponese: ”bimba dagli occhi pieni di malia ora sei tutta mia”. E mentre la notte è più stellata Cio Cio San guarda il suo sposo e implora “un bene piccolino”.
Si accendono le luci in platea, ogni cosa riacquista la sua dimensione reale e il lago riprende la sua forma e i suoi colori, si intravedono di nuovo i canneti e i pini marini ricurvi.
Appena il tempo di guardarsi attorno, sapendo che dall’altro lato della piazza c’è la casa di Giacomo Puccini e che lì il Maestro, reduce da un incidente d’auto, guardando il suo lago ha composto queste splendide e struggenti note, e il gong ci annuncia che la favola riprende.
Riecco la scena con la casa giapponese con il terrazzo e il giardino, ma l’atmosfera è diversa: si è trasformata in attesa struggente, Cio Cio San difende con forza il suo sogno e la sua realtà; rientra in scena trionfalmente mostrando al Console un bambino con gli occhi azzurri e i riccioli d’oro come il padre .
È questo un sogno? Tutta la scena è sottolineata da un andante molto mosso fino al giungere della nave. Quando riapre il sipario la notte è animata da un coro a bocca chiusa che trasforma la scena e l’animo dello spettatore. Il lago si acquieta e sembra quasi che l’acqua si fermi ad ascoltare la musica. “Alla piccola si è spento il sole“: adesso Butterfly sa che il sogno che ha alimentato per tre anni si è dissolto. Ha perso tutto: l’onore, l’amore, la pietà della sua famiglia e con un andante agitato facendo harakiri dà l’ultimo saluto al suo piccolo.
Il tuo lago Maestro Puccini è là e anche la tua musica risuona ancora tra i canneti e i giunchi
Cala il sipario in modo rapido sulle ultime note di Pirkenton che la chiama invano.
Si accendono le luci sul tuo teatro sul lago, Maestro Puccini, quel teatro che hai sognato e che Giovacchino Forzano ha trasformato in realtà.
Il tuo lago Maestro Puccini è là e anche la tua musica risuona ancora tra i canneti e i giunchi. E malgrado il progresso abbia trasformato i luoghi, malgrado la cattiva gestione degli uomini abbia cercato di cancellare le tue note, tutte le tue eroine, da Madama Butterfly a Tosca, da Manon Lescaut a Minnie e Mimì continuano a farci sognare lasciandoci a bocca aperta.