Il tuono di Roma: un rumore in bianco e nero
Lunedì notte a Roma è arrivato il temporale.
Mi sono svegliata all’improvviso, con un tuono.
A dir la verità non mi sono propriamente svegliata. Stavo dormendo male. Sarà stata colpa di un caffè preso nel tardo pomeriggio? O di troppi schermi retroilluminati durante la giornata?
Fatto sta che ho fatto davvero tanta fatica ad addormentarmi. Chiudevo gli occhi, li riaprivo, mi rigiravo nel letto, spostavo cuscini.
Sarà stato il caldo.
Quel tuono fortissimo mi ha catapultata dallo stato di semi-sonno a uno di totale veglia.
Sì, proprio la veglia completa, quella del giorno, della chiacchierata con gli amici, non quella approssimata di quando si è appena svegli.
Mi alzo, esco dalla mia camera. Vedo le luci accese nel salone.
Che ore sono? Non lo so.
Vedo anche una serranda alzata e la porta finestra corrispondente spalancata.
Esco immediatamente: Mà, ti aiuto io, dai
Mia madre è uscita sul balcone per rimettere dentro gli stendini mentre fuori la pioggia viene giù come se le gocce stessero facendo a gara a chi arriva prima a terra: il diluvio.
Rimane sorpresa nel vedermi lì, in genere non mi alzo mai durante la notte.
Hai visto che diluvio? Forza, sbrigati, mettiamoli dentro, mi dice.
Li sistemiamo nel salone, mia madre fa per chiudere la porta finestra.
Un attimo, la intimo, ed esco sul balcone.
La pioggia, se non c’è vento, lì non arriva.
Cade velocissima, ha già riempito le strade.
Io dal piano terra lo vedo bene, quel fiume che si è creato sull’asfalto.
Il silenzio è quasi totale, l’unico rumore è quello della pioggia insistente.
Un po’ d’acqua arriva fino a me, ma non sono gocce.
E’ come vaporizzata.
Il cielo è viola, i lampioni lo fanno sfumare lievemente verso l’arancione.
In piedi, sul terrazzino, noto un altro lampo.
Tre, due, uno.
Tuono.
Un tuono deciso, forte, ma non esagerato come quello di prima.
Imbambolata, nonostante i colori diversi, nonostante sia notte e io debba andare a dormire, nonostante il fatto che in fondo forse non c’entra proprio nulla, solo una cosa mi viene in mente: bianco e nero.
Il rumore del tuono è bianco e nero.
Un rumore per identificare il bianco e nero è un tuono.
Un tuono potente, che non so perché a me fa ricorda quando si appallottolano i fogli di carta e si tirano nel cestino. Sì, ogni volta che si accartoccia un pezzo di carta dovrebbe uscire quel suono lì. La natura non ha fatto una buona scelta di montaggio.
Dopo meno di un minuto mia madre mi costringe a ritornare in casa.
Chiudi, chiudi, che entra l’acqua, mi dice.
Mi rimetto a letto.
Ho continuato a dormire male quella notte, ma la suggestione da quello strano miscuglio di idee mi è rimasta in testa.
Il bianco e nero: un tuono.