Menta e piselli, matrimonio perfetto
Se un abbinamento merita, perché non replicarlo?
Ecco perché oggi la proposta culinaria, dopo la recente crema di piselli zucchine e menta affiancata al merluzzo, è una saporita
Crema doppio-bianco di piselli alla menta e curry.
Sì, perché fa un discreto caldo e la menta ha un sapore rinfrescante. Sì, perché lo yogurt ne è egregio compagno. Sì, perché se non si fosse capito le vellutate/zuppe/creme mi fanno a dir poco impazzire.
Ingredienti:
- Piselli cotti
- Una patata
- Cipolla, noce moscata
- Menta
- Yogurt greco
- Stracchino
- Curry
- Scorza di limone non trattato
- Olio, sale
Preparate l’immancabile soffrittino con la cipolla. Aggiungete i piselli lessati e la patata, anch’essa lessa. Grattuggiateci un po’ di noce moscata ma, soprattutto, menta in abbondanza. Passate il minipimer fino ad ottenere una consistenza cremosa. E’ ora il momento di una dose generosa di stracchino, da far sciogliere lentamente nella crema.
Lasciate freddare, poi impiattate. Una volta che la crema è nelle ciotole, o nei piatti fondi o dove volete, procedete alla decorazione: una generosa spolverata di curry, una cucchiaiata di yogurt greco, una di stracchino, e altre foglie di menta ed una grattugiata di scorza di limone.
Potete accompagnarla con crostini dorati, eventualmente insaporendoli con qualche spezia o erba.
Ma se di matrimonio riuscito si parlava, va da sé la citazione del mio compatriota Khalil Gibran. Sì: si scrive Khalil, proprio come me, solo che per lui era il nome. E da quando lo hanno trascritto in maniera errata, alla storia è stato abbandonato così: poverino, neanche la soddisfazione di rimanere noto con il proprio appellativo.
La citazione:
“E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.”
da “Il Profeta”, di Khalil Gibran
L’autore fa questa esortazione agli sposi, ma personalmente credo si possa ampliare senza limiti. Individuarsi è possibile soltanto evitando la fusione. Fondendo si brucia e ci si scioglie.
Gibran l’ho avuto a lungo in antipatia: il tono profetico e solenne mi ha sempre infastidito. E’ andata meglio da quando ho scoperto il suo spirito ribelle, il suo ateismo, l’animo inquieto che lo guidava. Da allora, quando la gente collega a lui il mio cognome, ne vado senz’altro fiera.