On the road con la borsa bianca
Era il primo viaggio itinerante con mia figlia e un suo amico. Lo avevo voluto tanto, desideravo fare con lei un’esperienza come quelle della mia gioventù cambiando posto spesso, vedendo città, mostre, nature prorompenti e documenti della storia.
Abbiamo scelto la Sicilia, terra dove la bellezza e l’arte ma anche la natura e l’archeologia sono a portata di tutti i sensi.
Con quattro bagagli a mano e una sacca per il mare, la favolosa borsa bianca, siamo partiti.
Abbiamo dormito in palazzi storici ristrutturati, camminato attraverso riserve naturali, raggiunto spiagge selvagge e confluenze tra mari, sorgenti d’acqua dolce che sgorgavano nel fondo marino. Abbiamo guardato verso l’Africa dagli estremi lembi sud e ovest dell’isola, raggiunto i crateri dell’Etna al tramonto, passeggiato per la Valle dei Templi di notte e ci siamo nascosti di giorno dentro l’Orecchio di Dionisio ad ascoltarne la frescura e l’eco.
Ogni tradizione che ha albergato in Sicilia ha lasciato la propria orma nell’architettura e nella storia, ma anche nella tradizione culinaria
Da tutti i colori infiniti delle acque marine. Dai centri storici tra i più ricchi e suggestivi del mondo: Noto, Ibla, Ortigia, Modica, tanto per citarne alcuni.
Ogni tradizione che ha albergato in Sicilia ha lasciato la propria orma nell’architettura e nella storia, ma anche nella tradizione culinaria, che non abbiamo certo trascurato di onorare, e nell’ospitalità della gente.
L’ultima sera del nostro viaggio ci trovavamo seduti al baglio di Scopello reduci da una giornata in barca nella Riserva Naturale dello Zingaro. Mi è sembrato naturale chiedere ai bambini quali e quante fossero le cose che più li avevano colpiti e che sarebbero rimaste indimenticabili di questa vacanza.
Le risposte non sono tardate ad arrivare: ognuno dei due aveva la sua spiaggia del cuore, il Duomo più grandioso, il tempio greco e l’esperienza naturalistica più entusiasmante da nominare. Però entrambi erano concordi, una delle esperienze indimenticabili di questa vacanza era stata la perdita e il ritrovamento della borsa bianca. Di quell’esperienza, avrebbero raccontato certo a tutti quanti.
La borsa bianca, la nostra borsa di tela del mare coi lacci azzurri.
Un giorno, tornando da un bagno a mare a Punta Secca – meglio conosciuta come località dove si trova la casa “televisiva” del Commissario Montalbano – il nostro papà, di solito così attento a conservare documenti e oggetti di valore (al contrario di noi femmine di casa, di solito assai distratte) ha lasciato quella borsa bianca a terra nel posto dove avevamo parcheggiato l’auto, in un piccolo centro abitato di cui neppure conoscevamo il nome. Nella borsa avevamo messo al riparo, per poi andare a farci un bagno, tre smartphone, un ipad, un portafoglio contenente documenti di viaggio di tutti noi, le carte di credito, qualche soldo, la patente di guida.
Nessuno si è accorto della mancanza della borsa bianca in auto, se non al rientro a Ibla, circa un’ora dopo aver lasciato quel luogo. Il papà ha confessato di averla dimenticata lui là in terra nel parcheggio, mentre si cambiava le scarpe.
Ci sono stati dei momenti di panico, soprattutto per i documenti, ma poi mia figlia ha avuto l’illuminazione delle illuminazioni. Il GPS! Lui ci avrebbe permesso di rintracciare la borsa tramite il mio telefono: io ero l’unica ad avere ancora lo smartphone, tutti gli altri erano nella borsa bianca. Siamo soliti usare un sistema GPS per stare collegati tra noi, visto che mia figlia già da un anno e mezzo va a scuola con la metropolitana. Quindi il mio telefono avrebbe consentito di arrivare agli altri due collegati.
In meno di un’ora con quel sistema siamo arrivati di nuovo dalla nostra borsa bianca, che stava lì, esattamente dove l’avevamo lasciata, con tutte le nostre cose di valore dentro, intatte.
In una piccola strada di una località tra Marina di Ragusa e Punta Secca.
Il crollo del “mito” di un genitore, questa volta, è stata una piccola opera d’arte. Un avvicinamento tra ragazzi e grandi
La cosa veramente straordinaria era che un papà sempre attento e affidabile, e magari pronto a fare un rimprovero in famiglia per qualche disattenzione o piccola cialtroneria domestica, avesse non solo potuto causare un danno notevole con la perdita dei valori e dei documenti, ma che avesse avuto bisogno del consiglio della figlia per risolvere il problema. E che quindi la bambina, questa volta, fosse stata non colei che aveva causato un danno, ma che lo aveva saputo evitare.
Il crollo del “mito” di un genitore, questa volta, è stata una piccola opera d’arte. Un avvicinamento tra ragazzi e grandi, una collaborazione proficua, che ha dato ad un’episodio comune, banale, come la perdita della borsa bianca, un posto d’onore nel nostro viaggio, insieme alle escursioni naturalistiche, alle chiese barocche e alle città indimenticabili della bellissima Sicilia.