Sorriso, questo sconosciuto
Da piccola ero nota per una caratteristica che, a giudicare da come veniva sempre sottolineata, doveva mancare a molti. La bambina che sorride sempre era la continuazione della prima frase della mia descrizione, tra persone che parlavano della sottoscritta. Io ascoltavo, annuivo e ovviamente sempre con il sorriso stampato in faccia, salutavo.
Un giorno senza sorriso è un giorno perso. Charlie Chaplin
Avevo già raccontato anche di come, al risveglio dall’anestesia dopo un intervento di qualche ora l’anno scorso, i medici e il personale della sala si fossero meravigliati nel vedermi addormentata con il sorriso e risvegliata con altrettanta smorfia, e anche allora mi chiedevo se fosse normale restare colpiti da un evento per me del tutto ovvio.
Un’impiegata di banca del mio paese una mattina, non ricordo se con tono quasi infastidito o di ammirazione ben celata, aveva addirittura esordito qualche tempo fa con un “ma come fai di prima mattina a essere già sorridente? Noto che ogni volta che vieni hai sempre un’espressione serena, deve andarti proprio bene la vita, non come me, che mi rinfacciano anche troppo spesso un muso lungo!” Eh già. Deve andare proprio bene la vita a chi sorride spesso… altre spiegazioni non possono esserci, no?
Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso. Madre Teresa
Salendo le scale della scuola in cui lavoro per quest’estate, saluto un collega mai visto prima accennando il mio solito sorriso, ma vengo piacevolmente preceduta dagli angoli delle sue labbra rivolte all’insù già pochi istanti prima che incrociassimo gli sguardi. Sono dovuti passare trent’anni prima che arrivassi a capire la forza che può trasmettere una persona grazie alla mimica facciale. Essere stata considerata per tutto questo tempo come la ragazzina con il sorriso sempre piazzato addosso ha adesso un sapore diverso. Suona dolce alle mie orecchie e aggiunge un tocco di colore al mio curriculum personale (Quello professionale ha ovviamente allegata una foto in cui sorrido. N.d.A) sapere che, anche se non tutti, alcuni restano impreziositi dall’incontro con la sottoscritta perché può essere che, in giornate un po’ così, anche solo una faccia sconosciuta che trasmette serenità possa trasformare il tempo cupo in qualcosa di decente. Dura è la mia lotta e torno con gli occhi stanchi, a volte, d’aver visto la terra che non cambia, ma entrando il tuo sorriso sale al cielo cercandomi ed apre per me tutte le porte della vita. Pablo Neruda
E’ successo a me, che dopo tanto tempo in cui i sorrisi mi venivano rubati e mai restituiti, sia finalmente capitato di poter godere di un sorriso sincero, smaliziato, totalmente privo di qualsiasi intenzione se non quella di salutare una persona con serenità e buona educazione. Un Namastè muto che non è mai superfluo e mai eccessivo. La compagna del mio collega è più timida forse, e si riserva di condividere una pseudo smorfia solo se qualcuno prima di lei le offre un angolo di labbro rivolto verso l’alto, ma capisco che per alcune persone ci voglia più tempo. Un po’ per tutto.
Nella fatica del tuo sorriso, cerca un ritaglio di Paradiso. Fabrizio De Andrè
Ci si capisce fra persone sorridenti. Si continua così ogni giorno senza dover nemmeno proferire parola e dover aggiungere “Good Morning” inutili in questi frangenti, già chiari e luminosi, impreziositi dalle nostre arcate dentali mostrate senza vergogna. Quando si parla degli studenti e scappa qualche battuta sui più birichini, o ci si informa su come stia passando la giornata lavorativa, non c’è frase o argomento che vedano risparmiata la tipica forma a mezzaluna che fa da cornice decorativa anche al discorso più serio da dover esprimere a parole.
Ascoltando i suoi racconti capto che ha girato il mondo per insegnare inglese e che è appena tornato dall’Oriente dove ha passato qualche anno con la sua fidanzata ad insegnare ai bambini meno abbienti. Non ricordo dove ho sentito dire che si capisce quando una persona viaggia, ama farlo, e soprattutto è aperta a nuovi mondi e nuove culture, perché generalmente sorride sempre. Se così fosse, è chiaro perché anche lui, come me, sorride. Un proverbio giapponese dice che “non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo“; a tal proposito manterrò quindi la nomea della ragazza che sorride sempre fino all’ultimo secondo del tempo concessomi su questa Terra con la consapevolezza che qualcosa di buono succederà anche grazie a me e a chi, come me, naturalmente stira le labbra creando una U ben marcata sul proprio volto.
Un sorriso a tutti. Namastè.