Capre e MacDonald: i mondi dentro di noi
“Nel mare ci sono i coccodrilli”, di Fabio Geda, è un libro bellissimo e commovente di cui si è già scritto abbastanza e che, nel giro di pochi anni, è diventato un classico ed ha fatto il giro delle scuole come lettura per le vacanze. La semplicità di una storia terribile raccontata da un giovanotto, infatti, fa sì che questa arrivi dritta al cuore di ogni lettore.
Sono tantissimi i resoconti, le istantanee che sanno raggelare il cuore. Ci sono però anche fugaci attimi in cui il tono si alleggerisce e il colloquio romanzato del ragazzo con lo scrittore strappa al lettore un sorriso. Ci sono altri punti, invece, in cui si riflette.
La frase che riporto oggi sintetizza in un rapido scambio di battute il senso della globalizzazione, della mondializzazione, e strappa via quell’ostinato esotismo eurocentrico che noi occidentali amiamo conservare.
La citazione
Non credo sia necessario commentarla: parla da sé a chi ha sempre amato sognare un Oriente puro – se davvero questo aggettivo ha un senso, in un mondo da sempre meravigliosamente ibrido.
Come italo-libanese, so bene quanto capre e MacDonald possano convivere. Quanto spesso siano, paradossalmente, proprio l’accoppiata apparentemente vincente in determinati momenti storici e per determinati Paesi: capre e MacDonald come immagine del passaggio di un paese dallo stato di “povero” allo stato di “in via di sviluppo”, nel momento in cui esso ha accesso al mondo a scritte cubitali delle grandi multinazionali. O almeno, questa l’immagine che si vuol far passare.
Locale e globale non sanno vivere distinti e Enaiatollah lo ammette con la sua spontaneità sbarazzina.
Locale e globale convivono da sempre e per forza di cose: convivono nel mondo, ma convivono anche in ogni cucina.
Esempio ne possono essere i ceci, provenienti dall’Oriente e poi giunti fino in Italia passando per la Spagna.
Proprio sui ceci si basa la ricetta di oggi:
La ricetta
Teglia di ceci, patate novelle e cipolle novelle in agrodolce
Ingredienti:
- Ceci cotti
- Patate novelle leggermente bollite
- Cipolle novelle leggermente bollite
- Aceto
- Zucchero
- Uvetta
- Vino bianco (facoltativo)
- Alici sott’olio
- Pinoli e/o mandorle
- Scorza di limone
- Prugne secche
- Alloro
- Rosmarino
- Olio, sale, pepe
Ceci nel forno? Sembra strano, eppure non si tratta di un errore ma di voluta sperimentazione.
Ungete la vostra teglia, posizionate in maniera omogenea i ceci, le patate, le cipolle. A parte, lasciate l’uva passa in una ciotola con dell’acqua per una decina di minuti. Dopodiché, sarà sufficiente dare una spruzzata di aceto, cospargere di pinoli e/o mandorle, alloro, rosmarino, scorza di limone secondo i gusti e poi spezzettare alici, prugne secche e dare una spolverata di zucchero.
Per finire: olio – generosamente -, sale e pepe. Infornare a 180° fino a che il tutto non risulti croccante. A quel punto, il vostro contorno è pronto.
Mi dicono che sia da provare l’aggiunta di cardamomo, ma è un esperimento che devo ancora fare.
Potete consumare la teglia con del formaggio stagionato o con della feta greca, ma anche con ricette a base di uova o, volendone fare un piatto unico, accompagnata da crostini di pane che raccolgano il mix di sapori in cui avete lasciato cuocere i ceci.
Buona domenica e buon appetito!