I bari del Caravaggio, una truffa ancora attuale
Le nostre giornate sono indubbiamente caratterizzate dalla sensazione perenne del doversi guardare le spalle da ogni parte; abbiamo la percezione che prima o poi qualcuno ci “farà fessi”. A cominciare dai nostri cari rappresentanti politici che, invece di tutelarci, ci schiaffeggiano e si fanno beffa di noi, ma anche nel quotidiano e nel piccolo, si continua ad avere questa brutta sensazione che tutti, nessuno escluso, per guardare il proprio interesse, sarebbero capaci di truffare, ignorare e calpestare anche la persona più indifesa. A furia di aspettarci il prossimo “scherzetto” siamo diventati tutti diffidenti e malpensanti.
Purtroppo sono pochi i puri d’animo e invece tantissimi i malvagi approfittatori.
A tanti di noi sarà capitato, almeno una volta, di credere nella buona fede di qualcuno e poi scoprire di essere stati raggirati. Persone che fingono di essere buone, amorevoli, amiche, si rivelano poi egoiste e approfittatrici. Sono questi soggetti che scalfiscono il nostro carattere e la nostra innocenza. La cosa più difficile da digerire è il fatto di essere caduti nel loro sporco tranello. Eppure ti sei sempre reputato scaltro e intelligente. Invece c’è stato qualcuno che è riuscito a fotterti! Non te lo saresti mai aspettato da quello lì, quello che sembrava proprio una brava persona. Non lo era invece, e tu ti rodi dentro per non averlo capito prima di farti male.
Sono dei veri e propri bari questi tizi, come quelli raffigurati da uno dei miei artisti preferiti, animo dannato come pochi, ma geniale nel dipingere attimi di vita così realistici da sembrare scatti fotografici: Michelangelo Merisi, noto come il Caravaggio.
I bari è un dipinto a olio su tela di 94 × 131 cm realizzato nel 1594, oggi conservato nel Kimbell Art Museum di Fort Worth. Il committente fu il cardinale Francesco Maria Del Monte, il cui stemma è dipinto sul retro del quadro.
Si mette in scena la truffa. Un giovane ingenuo sta giocando a carte con un coetaneo, che, d’accordo con un compare più anziano, trucca le carte. Quest’ultimo sembra essere un uomo che vive di espedienti, cosa esplicitata dai guanti rotti. È lui l’ideatore della truffa, il più adulto, che sfrutta un ragazzino per imbrogliarne un altro più ricco. Ed è sempre lui che sta derubando l’innocenza del baro più giovane avendogli proposto il malaffare per ottenere un facile guadagno.
Il realismo dell’opera è tale che verrebbe voglia di avvertire il giovane del tiro meschino che gli stanno giocando quei due. Il ragazzo non immagina neanche lontanamente che sta per essere ingannato; è fortemente onesto e crede nella buona fede di chi ha davanti a sé. Solo dopo la partita capirà di essere stato truffato ed anche lui perderà la sua innocenza.
Quante volte ancora i giovani dovranno perdersi ascoltando le bugie degli adulti? Ecco perché quest’opera è tanto attuale. Raffigura l’inevitabilità della sopraffazione che si ripete identica nei secoli.
Nella sua vita Caravaggio aveva fama di attaccabrighe, ma guardando da vicino i suoi bari, credo fosse soltanto come me e tanti altri, molto insofferente all’arroganza.