I miei libri sotto l’ombrellone (seconda parte)
La prima parte di questa strana classifica di mezza estate iniziava così:
“Le vacanze estive s’intravedono finalmente dietro l’angolo. Anche se il meteo non è dei migliori, inizio già a pregustare la lotta per far chiudere la valigia, il viaggio, l’arrivo sotto l’ombrellone.
E come ogni estate che si rispetti, mi si propone la spinosa questione: che libro metto in valigia?Sarà vero che d’estate si possono leggere solo romanzetti rosa, classici gialli e best seller d’azione?
Per provare a svelare il mistero, ho stilato la mia personale classifica dei dieci libri che più mi ricordano le vacanze estive, compagni fedeli di ombrelloni e viaggi in treno o in macchina.
E proprio gli ombrelloni sono il simbolo che vorrei usare per la mia classifica, da uno a tre, in ordine di gradimento. E voi? Che libro porterete in vacanza?”
Se penso alle vacanze estive, penso al mare, ai colori, al sole e al buon cibo
Se penso alle vacanze estive, penso al mare, ai colori, al sole e al buon cibo, tutti elementi che caratterizzano il sesto libro della classifica: Dona Flor e i suoi due Mariti, di Jorge Amado. Un romanzo surreale e dai toni fantastici ambientato fra i suoni e i sapori di Salvadòr de Bahia, Brasile.
Flor è una giovane donna dalle straordinarie doti culinarie, sposata con un uomo sensuale e votato ai piaceri della vita, Vadinho. Accanito bevitore, ballerino sfrenato e grande donnaiolo, Vadinho muore giovanissimo stroncato da un infarto. E Flor rimane sola con la sua scuola di cucina. Molti le fanno la corte e vorrebbero averla come moglie, e alla fine Flor accetta di sposare un timido e religioso farmacista che la tratta come una santa.
Ma la nostalgia di Vadinho è talmente tanta che Flor inzierà a vederlo. E non è un’allucinazione, Vadinho le parla, mangia in suoi manicaretti, balla con lei, la sfiora. Flor è così divisa fra due mariti ai quali vuole essere fedele: uno in vita e in salute che le concede un’esistenza tranquilla; l’altro morto, ma ancora appassionato e indimenticabile. – 2 ombrelloni.
Dal Brasile un bel salto all’insù verso la New York di inizio secolo, con quello che è stato il libro rivelazione della mia scorsa estate: Il Genio e la Golem, di Helene Wecker e edito da Neri Pozza.
In questo romanzo avvincente storia, magia e religione si intrecciano, riportando alla luce leggende arabe ed ebraiche. Un giovane uomo e una giovane donna si incontrano a New York, ognuno con un segreto da nascondere: la propria vera, incredibile identità. – 3 ombrelloni.
Un’estate di qualche anno fa, in cui mi sentivo molto pigra, mi sono imbattuta in un libro altrettanto pigro: scorrevole ma senza troppe pretese, l’ideale per sonnecchiare su una sdraio in riva al mare, ma adatto anche a scoprire Barcellona, una città meravigliosa alla quale sono molto legata.
Parlo del numero otto in classifica, L’Ombra del Vento, di Carlos Ruìz Zafòn. Ambientato nella Barcellona del 1945, contiene tanti elementi che di solito mi intrigano: città dall’atmosfera surreale, biblioteche misteriose, libri dimenticati, protagonisti coraggiosi e avventati.
Non è un libro indimenticabile, ma per gli amanti della città di Gaudì può rappresentare una guida originale. – 2 ombrelloni.
Sono quasi alla fine di questo elenco di libri che mi sembrano adatti alla stagione o che hanno accompagnato le mie vacanze estive e, essendo appena tornata da un viaggetto, mi sembra giusto inserire al nono posto il romanzo che ho appena finito di leggere, compagno di viaggio fra pullman, aliscafi, spiagge sassose e vulcani sbuffanti.
Probabilmente nessuno ha mai sentito il nome di Robert Galbraith… ma se invece dicessi J.K. Rowling? No, non sono impazzita, sono la stessa persona. La Rowling infatti, dopo aver saturato il mercato con il (mai troppo) famoso maghetto Potter, ha deciso di cimentarsi nel romanzo giallo, scegliendo uno pseudonimo maschile e sconosciuto.
Il Baco da Seta è la seconda avventura dell’investigatore privato Cormoran Strike, un tipo burbero ma sensibile con il quale si fatica a non simpatizzare. Le trame sono ben intrecciate, il testo è scorrevole, ma i fasti di Hogwarts sono lontani. – 1 ombrellone.
Alla fine ho lasciato uno dei testi ai quali sono più legata, il libro estivo per eccellenza: Sogno di una Notte di Mezza Estate, di Shakespeare (c’è bisogno di dirlo?). Questa commedia leggera e onirica ha rappresentato un leit-motif delle mie estati: l’ho letto, l’ho visto a teatro, l’ho riletto, l’ho interpretato, l’ho rivisto a teatro e in forma cinematografica, ne ho letto fumetti e applaudito saggi estivi di nipotine sfarfalleggianti.
Un turbine di creature fantastiche, fatine, folletti dispettosi, amanti confusi, boschi incantati e visioni chimeriche. Insomma, senza il Sogno, non è mai davvero estate. – 3 ombrelloni.
Di libri da leggere in estate ce ne sarebbero ancora molti, ma la valigia è (quasi) chiusa e di spazio non ce n’è più. Sarà per la prossima vacanza, la prossima estate, la prossima classifica.