I figli degli altri
[adrotate banner=”8″]
I figli degli altri sono diversi dai propri figli. I nostri sono i migliori, i più buoni, i più educati, i più gentili, i più generosi, i più figli per bene insomma. Stesa al sole sulla mia sdraio, dalla quale ho eliminato maniacalmente ogni granello di sabbia, osservo. C. ha quattro anni come F. Si conoscono da un po’ di anni, frequentano la stessa scuola e vanno anche al mare insieme. Sono le mie vicine di ombrellone e come dicevo da questa posizione privilegiata, nascosta dietro il mio iphone, le guardo giocare. C. ha con se una pallina di Cenerentola, la custodisce con amore. Gliel’ha regalata il suo papà perché è stata tanto brava a nuotare senza braccioli. F. approfittando della distrazione di C. La prende e si allontana in riva del mare. Bisbiglia una cosa all’orecchio della cugina più grande, che non facendoselo ripetere due volte, prende la pallina di F. e la lancia lontano, tra le onde con forza. F. ancora non si è accorta di nulla e non se ne sarebbe mai accorta se non fosse che C. torna da lei e le dice, socchiudendo gli occhietti nero pece: “Sai, mia cugina ha preso la tua pallina e l’ha buttata in mare e tu non la rivedrai mai piuuuuuuuuù”. Proprio allungando la u finale. F. scoppia a piangere, disperata. La mamma di C. che era lì e aveva visto come me la scena, ma forse e dico forse faceva invece finta di no perché troppo occupata nella conversazione con altre vicine di ombrellone, dice : ” E che sarà mai! È solo una stupida pallina… Come sei nervosa piccolina, secondo me il mare ti stanca, devi dire alla mamma che hai bisogno di un riposino. Comunque vado a riprendertela”. La mamma va, la prende e torna consegnandola però prima a C. che la dà poi a F. F. ancora con le lacrime agli occhi, riconoscente come chi restituisce un portafogli perso, l’abbraccia imitando a sua insaputa ma perfettamente Salvatore Conte, in una scena cult di Gomorra. L’abbraccia e le dice: “F. Sei proprio un’amica speciale, grazie”.
Le bimbe tornano a giocare come nulla fosse successo, a me è venuta la gastrite, anzi come si dice a Napoli “mi mangio un limone esagerato”.
Questa è la ricetta per la limonata:
750g di acqua.
500 ml succo limone
150g zuccheroIn un pentolino, mettete lo zucchero e l’acqua, e sciogliete a fuoco lentissimo. Quando lo zucchero non si vede e sente più aggiungete il limone, mescolate bene e travasate la bevanda in una bottiglia da due litri, in modo da lasciare spazio di testa.
Far raffreddare e poi mettere in freezer agitando di tanto in tanto.
Dopo ventiquattro ore versate e gustate.
Di sicuro meglio questa del limone intero preso a morsi.Dopo essermi raffreddata con questa bibita rinfrescante mi chiedo: ma davvero figli degli altri sono diversi dai nostri figli?