Bombarde, spiaggia dei peppucci
Chi per fortuna o per casualità è nato nella città di Sassari, o nelle sue immediate vicinanze, conosce bene tre spiagge: Stintino, la spiaggia chic, Platamona, la spiaggia popolare e la spiaggia delle Bombarde, frequentata dai “pepucci”, termine col quale in città si designano i figli di coloro i quali hanno un Isee decisamente interessante.
I peppucci sono quelli che si vestono con abiti griffati, che poco importa se poi scoloriscono al primo lavaggio. Ma sono anche quelli che la sera fanno una via crucis da un locale all’altro, trascinando l’aperitivo come un cadavere consumato da bar a bar, sgranocchiando patatine e noccioline che puntualmente s’incastrano tra i denti pronte a fare capolino proprio mentre, già ubriachi come irlandesi del secolo scorso, si presentano alla pulzella occasionale mentre ballano scoordinati a un ritmo immaginario che nulla ha a che vedere con quello suonato dalla band nel locale.
D’estate il peppuccio va al mare alla spiaggia delle Bombarde, ma non solo, sia ben inteso, ché queste creature hanno la capacità di colonizzare qualsiasi lembo di costa. Ma questa spiaggia, piccola come un fazzoletto, piace loro proprio tanto e riesce a contenere un numero di bagnanti che stupirebbe perfino chi ha fatto il callo sulla metro B a Roma nell’ora di punta con partenza da Termini.
Facile distinguere gli autoctoni dai turisti. Facile anche se non li si sente parlare
Le Bombarde no, sembrano quasi accoglierti bonarie svelando le loro grazie come le gambe aperte di una prostituta di periferia. Da Alghero si prende la strada costiera in direzione Fertilia, così ci si gode un po’ di paesaggio e la puzza della Posidonia spiaggiata e dello stagno del Calik. Raggiunto il piccolo borgo di Fertilia, quattro case ricamate nel nulla che hanno un proprio fascino, si svolta alla destra in direzione Maristella. C’è un cartello marrone, di quelli turistici, mezzo nascosto dalla vegetazione, ma tanto è inutile perché ormai tutti sanno, e tutti trovano. Dopo due curve si raggiunge l’ampio parcheggio, per onestà va detto che è a pagamento, ma con un po’ di fortuna si trova anche qualche posticino free.
La spiaggia d’estate non la si vede più. Al suo posto una distesa multicolore di ombrelloni e asciugamani che si sovrappongono l’uno sull’altro.
Il consiglio è quello di andare in spiaggia molto presto oppure durante il cambio della guardia, verso le due, quando i fighetti vanno a casa a mangiare per poi andare in palestra e i turisti in vacanza stendono la stuoia o l’asciugamano il microfibra high-tec con lo stomaco ancora in modalità digestione on. Facile distinguere gli autoctoni dai turisti. Facile anche se non li si sente parlare perché l’autoctono a maggio è già di un colore dorato croccante, mentre il turista, soprattutto quelli tedeschi, son di un candido pallore che ti fa venire voglia di andare, per pietà cristiana, a spalmargli una crema con fattore di protezione 50.
Ma torniamo al peppuccio. Il peppuccio va alle Bomabarde in branco, solitamente in gruppi di quattro o cinque amiche o amici. Stende l’asciugamano a griglia in modo da trovarsi faccia faccia con gli altri del branco e solo dopo aver attentamente valutato la direzione del sole.
Nella striscia di Gaza, quella tra un asciugamano e l’altro, se si tratta di donne si trovano rigorosamente le pochette da mare con gli effetti personali: un’arsenale di rossetti con i colori più trendy della stagione; vagonate di fazzolettini di carta che non si sa mai, in spiaggia il raffreddore è in agguato costantemente; elastici e pinze per capelli di ogni qualità, libri decorativi (che non saranno mai aperti in spiaggia e forse mai in generale) e creme solari dal puzzo così nauseabondo da poter essere annoverate tra le armi di distruzione di massa.
Il peppuccio maschio, invece, stende l’asciugamano in fila orizzontale, si sdraia assieme agli amici e riprende le relazioni sociali quando entra in acqua per fare il bagno o al massimo gioca a racchettoni, anche se oggi il gioco è stato ampiamente sostituito dallo smartphone.
Ma infondo i peppucci sono simpatici, quasi quanto i turisti che rimangono incantati davanti alla bellezza delle acque cristalline e indossano sul volto un’espressione che ricorda quella dei bimbi sotto l’albero di Natale la mattina del 25 dicembre.