Estate patchwork
Euro si, euro no. Arcobaleni e gender, l’etere è intasato dalla pochezza di chi, le vedute, ce le ha ampie come quelle di un’oloturia ubriaca. Non mi piace infilarmi in questi argomenti, non mi piace perché sono un’attaccabrighe e va a finire che litigo sempre con tutti e no, non va bene. Preferisco pensare alla leggerezza di un’adolescenza acerba e al contempo zuccherina. Alla smania e all’entusiasmo di voler prendere tutto e subito, ad Alghero che d’estate mi sembrava Las Vegas e alla Rotonda di Platamona, dove il puzzo delle creme al cocco, che annunciano l’estate, arrivava fino al bivio per Porto Torres. Mi piace pensarle così queste giornate estive di caldo che si alterna alla pioggia, di vento di maestrale che sradica gli ombrelloni e fa volare la sabbia sotto i piedi di impavidi ragazzotti di periferia che giocano a calcio sul bagnoasciuga.
Battito di ciglia-Estate 1
E io sono li, piccola, esile come un filo d’erba, seduta che aspetto l’onda, perché il mare è troppo mosso per fare il bagno. C’è mia madre e Lori, una ragazzina disabile che, onestamente, non so più che fine abbia fatto, ma so che viveva felice con un compagno.
Battito di ciglia-Estate 2
Il sole è caldo. L’olio abbronzante su di me non fa l’effetto sperato, ma divento comunque pallidamente dorata. Arrivano gli autobus – che da noi sono rigorosamente tram – da cui vedo scendere mia zia con le mie cugine. Sono più piccole di me, ma andiamo molto d’accordo. Poi ancora autobus. Ritorna verso il mare e i suoi capelli biondi brillano sotto i raggi che diventano sempre più fievoli.
Battito di ciglia-Estate 3
Irrequieta. Sono irrequieta quest’estate, mentre lui mi spazzola i capelli umidi. Il sole sta calando e devo rientrare a casa prima che mi scoprano. La salsedine è una patina di stanchezza che si deposita tra le spalle e il bacino. Ha le unghie corte, rosicchiate, e un braccialetto di gomma fosforescente che strappa la scena all’abbronzatura. Anche lui è biondo, ma non è quel lui. Mi piace, mi piace nella misura in cui tutto quello che è proibito mi piace, tanto per dimostrare a me stessa che posso avere chi voglio, anche se quel chi voglio non è libero. La spregiudicatezza dei 19 anni romba come il motore della mia vespa che sfreccia sulla 131 per tornare a casa entro le 19. Il sole non è nemmeno tramontato.
Battito di ciglia.
Guardo il mio lui che corre sul bagnasciuga e mi cola sabbia sulle mani e conchiglie. Mi sorride mentre il sole di questa nuova estate mi acceca sul suo sguardo. I lineamenti sono bianchi e confusi. Ritorna verso il mare e i suoi capelli biondi brillano sotto i raggi che diventano sempre più fievoli. Mi accarezza con la mano piena di sabbia. Il mio lui, e mi dice : “Tieni, è per te, mamma”.