La pietà dell’acqua di Antonio Fusco
L’acqua del Lago di Bali, come una pietosa coperta, ne preservò il ricordo e diluì in essa l’immenso dolore.
Questa è la frase chiave del romanzo La pietà dell’acqua di Antonio Fusco, edito da Giunti editori, frase che si può comprendere integralmente solo quando si arriva alla fine della lettura, quando il puzzle si ricompone e i misteri si svelano. L’acqua è simbolo di purezza, lava i crimini commessi nel nome di una guerra che ancora oggi non trova senso. L’acqua pietosa però, in questo emozionante noir, non cancella niente, si limita a coprire un passato scomodo congelandolo nel tempo e facendolo riaffiorare ogni 10 anni in tutta la sua atrocità.
Gli elementi per un giallo di successo ci sono tutti: un commissario idealista, giusto, e con una vita sentimentale tormentata, una bella donna arguta e sensuale, mistero, un paese fantasma, omicidi e suspense. La bravura di Antonio Fusco però sta nel combinare tutti questi elementi in modo originale, senza mai essere fuori dalle righe, senza voler trascinare il lettore attraverso le sue parole, ma prendendolo per mano e accompagnandolo attraverso i suoi indizi disseminati lungo tutto il racconto, senza volerlo sorprendere, ma lasciandogli il piacere di comporre questo grandioso puzzle che si svelerà per intero solo alle ultime pagine.
La trama è sorprendentemente semplice, con la giusta dose di colpi di scena, ma senza voler stupire a tutti i costi. Il commissario Tommaso Casabona, protagonista del precedente romanzo di Antonio Fusco, Ogni giorno ha il suo male, per l’occasione edito in formato pocket, viene chiamato a risolvere un misterioso caso di omicidio sulle colline toscane, in un piccolo borgo di nemmeno mille abitanti. La storia della vittima si intreccia con fatti avvenuti durante l’occupazione nazista. Una famiglia è stata completamente sterminata L’acqua pietosa però, in questo emozionante noir, non cancella niente, si limita a coprire un passato scomodo congelandolo nel tempo e facendolo riaffiorare ogni 10 anni in tutta la sua atrocità.
Casabona è un uomo integerrimo, di grandi ideali, più propenso al rispetto dei suoi credo che non alla ricerca di una carriera interessante. A lui si contrappone l’ambizioso e privo di scrupoli commissario Alberto Morelli, che al contrario farebbe qualsiasi cosa, anche scorretta e non del tutto legale, per migliorare la sua posizione. Caratteri ben delineati con la potenza di un tratto deciso di chi conosce bene la realtà di cui narra. Antonio Fusco, infatti, è criminologo forense e funzionario di polizia, Capo della squadra mobile di Pistoia. Il linguaggio narrativo, che concede di quando in quando qualche tecnicismo, tradisce questa sua essenza alternativa alla scrittura.
Costrutti semplici, una sintassi fluida e l’utilizzo di alcune tecniche narrative tipiche del giallo, rendono il secondo romanzo noir di Fusco una lettura piacevole, di quelle che ti spinge a voltare pagina perché non puoi posare il libro senza sapere a che livello l’inglese Katherine è implicata nella catena di omicidi al centro della vicenda poliziesca. Perché ti diverti a trovare e assemblare tutti gli indizi che Fusco lascia come i repereti trovati dalla scientifica, e ti sembra di essere li, sulla scena, con la macchina da presa a inquadrare tu stesso quello che sta accadendo. Diversi i riferimenti a vicende realmente accadute, a partire proprio dall’affascinante storia del paese fantasma di Torre Ghibellina, ricoperto dalle acque del Lago di Bali, ispirato certamente al misterioso paese sommerso sotto il Lago di Vagli, di cui Fusco conserva un’assonanza nel nome. Ma si fa riferimento anche al boss mafioso Totò Riina, alle vicende di Mani Pulite, alla strage di Caiazzo e all’Armadio della vergogna, riferimento velato a pagina 127 :
Ma il fascicolo, come gli altri era rimasto ben custodito in un armadio dell’archivio riservato
riferimento esplicitato poi nelle pagine seguenti. Grande talento quello di questo scrittore che riesce a portarti dentro e fuori dalla realtà con una naturalezza e una semplicità tali da farti confondere e credere che davvero, luoghi e personaggi non siano solo frutto della sua fantasia. Una conferma quella di Fusco, che ha tutte le carte in regola per far uscire dalla brillante immaginazione altre vicende con Casabona come protagonista. Il commissario è un personaggio affascinante, di quelli che catturano immediatamente la simpatia del lettore e che non vedi l’ora di vedere indagare sul prossimo caso.