L’enciclica di Papa Franceso
Nessuna intenzione di entrare in questioni dottrinarie della chiesa, né di sviluppare l’esegesi sofisticata della enciclica di papa Francesco. Sulla quale l’onda lunga delle analisi ci accompagnerà per lungo tempo. Insieme alle definizioni più diverse a partire dal colore “verde” per andare alla più politica “anticapitalista”. E il problema non è se si è d’accordo o meno con le affermazioni del pontefice, sulle quali la libertà di opinione regna sovrana, comprese quelle di una certa ingenuità in materia economico finanziaria e altro ancora. Per arrivare ai bizzarri consigli dell’ultimo Bush, candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti che, pur definendosi cattolico, ha invitato il papa a parlare di fede ma a non occuparsi di ambiente e inquinamento, materie sulle quali “non è competente”. Quindi molte obiezioni e domande si possono sollevare su questa enciclica francescana, ma la domanda vera forse è un’altra. Che cosa ci si poteva aspettare da questo papa, accolto alla sua nomina con grandi commenti favorevoli?.
Tanti elogi per la sua frugalità, per la sua semplicità, per il suo rigore, per il suo passato: in Argentina da viveva in un appartamentino e non nel bel palazzo vescovile. Tutto possiamo dire su papa Francesco tranne che esser stupiti per quel che dice e fa.
Con lo sguardo fisso ai poveri e un costante memento ai più ricchi perché non si facciano travolgere dall’egoismo. Che, guarda caso, sono argomenti della predicazione di Cristo. Si può dire che quella predicazione è vecchia di duemila anni e non corrisponde più ai nostri tempi, può darsi ma il vescovo di Roma la pensa diversamente. Non ha scritto un trattato di economia e finanza, né un trattato di chimico fisica sull’ambiente. Ha scritto quello che sentiva e che tantissime persone sentono nel mondo, cristiani e non. Sulle quali in tantissimi hanno costruito delle rivoluzioni e dei movimenti anche terroristici. Tutto possiamo dire su papa Francesco tranne che esser stupiti per quel che dice e fa.