Notte prima degli esami di maturità
Quando è toccato a me, “Notte prima degli esami” – il film – ancora non era uscito. A oggi, da quel lontano duemilasei, non sento altro che giovani maturandi parlare di come si debba assolutamente guardare il film per poter capire come sono gli esami di maturità, e poi perché è un film figo. De gustibus.
Aprire Facebook da una decina di anni a questa parte, in questo periodo, significa imbattersi inesorabilmente in status e link condivisi con frasi tratte dal film “L’importante non è quello che trovi alla fine di una corsa… L’importante è quello che provi mentre corri (Prof. Martinelli interpretato da Giorgio Faletti)“, o lunghe digressioni sul disagio adolescenziale che manco stessimo riscrivendo il testo della canzone di Donatella Rettore “Dammi una lametta che mi taglio le vene“.
Ragazzi, all’esame di maturità c’è di peggio. Molto peggio. Ovvio che ad ogni check-point della vostra vita, a seconda dell’età, tutto sembra un ostacolo insormontabile. Ringraziate il cielo che voi non avete più gli esami di quinta elementare quando, per la prima volta, siete catapultati nel grande mondo della preparazione della tesina e dell’ansia pre-esame orale, che no, non è come quello dal dottore dove si dice “AAAAAH” e, con la lucina puntata, il medico ti controlla le tonsille. Inoltre, i meno ancora fortunati di voi, come la sottoscritta, hanno pure dovuto affrontare un altro esame scolastico qualche anno prima, per entrare direttamente in seconda elementare, per motivi che non sto ad elencare e dicendo solo che NO!, non è perché sono nata a Gennaio… C’è chi può e chi non può, io in questo caso, “può“, quindi fine del discorso.
Dicevo, l’esame di maturità. Non avrete professori come il Martinelli, a meno che le scuole non siano talmente cambiate da quando sono stata licenziata io, da aver capovolto totalmente quella che era l’istituzione scolastica… anche se a dire il vero, non mi meraviglierei se così fosse. Ad ogni modo, se quel poco che avete studiato vi ha portati fino all’ammissione all’esame, non c’è alcun motivo di preoccuparsi. Nella maggior parte dei casi, è tutto già concordato. Gli esami di maturità sono una farsa. Solo i pochi eletti sconvolgono veramente il risultato dei loro cinque anni passati a cazzeggiare, fiorendo in un esame finale da premio nobel. Se siete tra questi, beh, fanculo. Perché coloro che invece hanno passato il periodo di transizione da stupido-stupido a stupido-maturo, non dico passando le giornate sui libri, ma almeno mettendoci quel poco di impegno per non essere tra gli ultimi della classe, si ritrovano a vedere il colpo di culo passar loro accanto mentre si beccano quel che capita e che è lontanamente meritato. Anzi, almeno in quel tempo, l’agognata pacca sulla spalla che riconosce il merito di una mezza vita ci starebbe alla grande, ma tanti non sono così fortunati, e via con la delusione da maturando medio.
Poi ci sono le cazzate da anno di maturità. Mi spiego. “Quest’anno l’istituto scolastico ha deciso che per ogni classe ci dovrà essere al massimo un voto eccellente, e gli altri a seguire“. Sì, giuro, nel duemilatré è successo anche questo. Schiere di persone che escono con 99/100 o 98/100 senza nemmeno godere dei punti bonus perché le commissioni hanno così deliberato. Un solo cento per classe e tutti gli altri a seguire. E se ce ne fosse più di uno che se lo merita? Amen. Scegliete il migliore dei migliori (ma come?) e agli altri date novantanove. Cioè praticamente prendete pure per i fondelli tutti i quasi centini perché così fa bello, o fa semplicemente schifo, come preferirei definirlo io. Fortuna che questa beffa non l’ho subita… Mi è bastato altro.
Ritornando all’argomento succitato, il duemilatré è stato anche l’anno, nella mia scuola, in cui se eri ammesso all’esame finale con due buchi, in materie scolastiche base del percorso di studi, la risposta della commissione era “chissenefrega“, se lo studente ha svolto delle belle prove d’esame (chissà come!) può uscire almeno con il voto minimo per poter accedere a determinate facoltà universitarie o per chiedere borse di studio…ma che di gran lunga supera quello meritato. Tradotto: se per un paio d’anni (perché alla fine i primi non vengono calcolati manco di pezza) sei stato una capra, hai fatto bene. Perché tanto, se all’esame riesci a fare bella figura, ti riscatti per quei settecento scarsi giorni in cui ti sei preso gioco dell’istituzione scolastica. Vedendola così, non hai nemmeno tutti i torti. In fin dei conti, se di istituzioni cojones stiamo parlando, facciamogli pure fare la figura che si meritano.
Quasi ogni anno poi si punta allo scandalo. Frotte di maturati insoddisfatti e delusi fanno picchetto davanti ai quadri chiedendo giustizia, dicendo “questo è uno schifo, denunciamoli”, ma è talmente tanto scontato che ormai nemmeno più i Gazzettini, né i giornali locali più piccoli si prendono l’impegno di riportare lamentele al riguardo. Anche loro, come i docenti, sono passati dal lato dei “chissenefrega“.
Tutto ciò per dirvi che, cari maturandi, comunque vada, la maggior parte di voi resterà delusa, mentre pochi potranno vantarsi di essere usciti, se non con voti più alti di quelli meritati, almeno con quelli che rispecchiano quello che è stato l’impegno degli ultimi due mesi, perché si sa che gli italiani si prendono sempre all’ultimo per rimediare alla loro pigrizia e sono degli impareggiabili lavativi. Non tutti, ma molti. Allora, come mi aveva rincuorato un consiglio di una docente in quegli anni, suggerisco: non ti preoccupare del voto che riceverai, né al compito in classe, né all’esame… I voti sono solo numeri. Non denotano quanto tu valga o quanto vale il tuo lavoro di studio. Puoi aver studiato tantissimo e non essere stato in grado di esprimerti correttamente, puoi non aver studiato abbastanza ma aver eccelso in dialettica; può anche succedere che molti insegnanti non sappiano valutare, semplicemente perché succede così. Ma non farti mai abbattere o innalzare da un voto. Un giudizio. Un numero che non sarà mai l’equivalente del tuo valore. Quando tu sei cosciente di ciò che sei o di ciò che fai, tanto basta. Tu ringrazia comunque, gira i tacchi e vai avanti. Lo dimostrerai con il tempo se il voto alto, o basso, o equo, fosse stato dato correttamente o meno. Tutti, prima o poi, hanno modo di far veder quanto (tanto o poco) valgano.
Ovviamente questo lo bisbiglio anche io a voi nell’orecchio nella vostra notte prima degli esami di fine anno. Andrà tutto bene, comunque sia. La maturità per alcuni è talmente pesante che si sente di giovani adolescenti che si tolgono la vita, pensateci: ne vale veramente la pena?
Avrete centinaia di altre occasioni per riscattarvi se non andrà come sperato. In OGNI caso, la pazienza e la perseveranza ripagano quelli che si impegnano, ma anche gli indolenti, cambia solo la moneta.
E una volta usciti dall’aula dopo aver dato cordialmente la mano a tutti i docenti, dopo averli ringraziati e salutati perché sarà l’ultima volta che li vedrete, non correte a casa a bruciare i libri come, all’epoca mia, si diceva si sarebbe fatto una volta finito tutto… prendete la musica che preferite, cuffiette inserite, e godetevi l’estate senza l’ansia della scelta dell’università o dell’ambito lavorativo in cui bazzicherete durante gli anni a venire. Non abbiate paura! Non cambierà nulla una volta usciti dalle scuole superiori. Forse voltate solo pagina, e quindi ogni nuovo capitolo necessita solo di una colonna sonora diversa.
In bocca al lupo maturandi. Che la forza sia con voi!