Vendo tutto ciò che ho in casa
Un evento creato su Facebook. “Vendo tutto ciò che ho in casa – garage sale”. Forse è uno scherzo, ho pensato. E invece no: il trentaseienne bresciano Marco Ciccolella faceva sul serio.
Ma come, Marco? Gli oggetti – che non a caso sono l’asse portante di questa rubrica – sono le pagine scritte della tua vita, memorie silenti del tuo stare nel mondo. Perché te ne sbarazzi?
“Vendo la mia vita. E la cambio“. Questa la pagina, Quando ho deciso di partire non ho scelto che cosa vendere, ma ho scelto che cosa tenere
L’unica cosa che non vendo sono i libri e i cd. Il resto, se mi appartiene, in un modo o nell’altro tornerà a me.
Marco ai cambiamenti netti deve essere abituato ormai. Il primo strappo all’ordinarietà della sua vita l’ha fatto qualche anno fa, quando ha deciso di lasciare il lavoro a tempo indeterminato negli uffici amministrativi dell’università di Brescia per dedicarsi alla fotografia. I reportage alle paraolimpiadi di Londra (2012) e di Sochi (2014) sono state le mie prime esperienze importanti – racconta – lì ho avuto modo di comprendere da vicino che cosa significa mettersi in gioco e rischiare, l’ho visto negli atleti disabili che gareggiavano.
Uno fra tanti l’ha colpito particolarmente, tanto da citarne una frase a memoria: Dopo l’incidente in seguito al quale mi sono stati amputati gli arti inferiori ho guardato quello che mi rimaneva, non ciò che avevo perso (Alex Zanardi) Seppure in circostanze assai meno drammatiche, Marco ha fatto un po’ lo stesso: Quando ho deciso di partire non ho scelto che cosa vendere, ma ho scelto che cosa tenere.
E adesso, da circa due mesi, è davvero iniziata la nuova avventura, in una città che si sta ricostruendo dalle macerie, che può contare più su quello che costruirà che su quanto le è rimasto. Tu sei qui a intervistarmi perché me ne vado – mi punzecchia – a Sarajevo i giornali mi hanno dato spazio perché arrivavo.
Spoglio ma vivo, un albero che cambia foglie di stagione in stagione, Marco ha trasposto il suo spirito anche nel nome d’arte, Nessuno. Nessuno perché quando ti presenti così è molto più facile che la gente ti dia retta. Nessuno perché sono come Ulisse, alla ricerca costante e inquieta della conoscenza.