Operazione Liturgica
Operazione liturgica. No, non chirurgica, liturgica. Messaggistica istantanea. La doppia spunta blu. Le verità non dette. Si potrebbe scrivere un libro, dal quale girare un film. Premio oscar come attrice non protagonista. Personaggio dei personaggi. Attese e pretese. La stessa tempistica del basilico. Tuttavia non è detto che giunga lo stesso risultato. Ora sono seduto sopra il ramo di un noce. Non chiedermi come ci sono arrivato, lo so che un noce di venti anni ha i rami alti e il tronco liscio e io non ho il fisico per arrampicarmi. Non chiedermi come ci sono arrivato, te lo dico io direttamente: c’era una scala, idiota. Che se non avessi prestato attenzione, omettendo la virgola, sarebbe stata la scala a risultare idiota. Invece sei tu. Dovrei ringraziare il contadino che l’ha lasciata lì. Forse l’ha lasciata a posta o forse era il destino. Non credo nel destino. Nelle scale molto. Credo anche che quello sia un contadino distratto. Ma un giorno ti spiegherò come può una scala essere idiota.
Il risultato non cambierebbe. Attesa per attesa viene fuori attesa al quadrato. È matematica. Un’ esposizione esponenziale. E scusa, mi è partita l’allitterazione. Sarà colpa del T9. Come, dove? Ma quando, cosa? Sembra di essere in un articolo di giornale. Attualità. O cronaca verde. La cronaca della speranza che non finirà mai nei necrologi o se lo farà, non ci sarà più nessuno a leggere della sua dipartita. Spenderei pure delle belle parole per te, ma ho il timore che ad un certo punto finiscano.
Vorrei arrampicarmi su di una piantina di basilico. Svegliarmi la mattina, all’ora giusta e godermi il sorgere delle foglie dalla terra. Sarei il primo a coglierne l’odore. Non servirebbero scale e contadini distratti. Basteresti tu, il fantastico odore della natura che nasce. La terra nera. Che poi non è nera, ma marrone. Come direbbe un balbuziente. Ha bisogno di cura. Non il balbuziente, la terra. In realtà anche il balbuziente. Ma non conosco logopedisti. A pensarci bene ne ho conosciuto uno qualche mese fa. Una ragazza di ventiquattro anni, anche molto carina. In sostanza, se non m’avesse detto il suo lavoro (che poi, chi glielo ha chiesto), le avrei affibbiato chissà quale ruolo in questa società. Nonostante io non sia uno con dei pregiudizi. Ad ogni modo, al balbuziente può pensare lei. Non alla terra. Anche se viene da una famiglia di contadini in un paese di contadini. La terra sono in pochi a riconoscerla. Io, ad esempio, ho molto da imparare a riguardo. E parto dal basilico. Che è bello, in tutti i sensi.