Il calcio spiegato alla casalinga
Non c’è niente di male a dirlo, la casalinga per sua natura esce poco da casa, lei solitamente lava, stira, rammenda, si eccita guardando Carlo Conti alla televisione.
Del calcio a lei pervengono pochissime notizie se non quelle derivanti dalla pubblicità del Dash e del Bio Presto: ha dedotto che si tratta di un’attività tipicamente umana che produce macchie di erba sulle magliette e sui pantaloncini, le maglie in particolare acquisiscono un puzzo di sudore tremendo in zona ascellare che ricorda il diserbante, i calzini invece un tanfo di formaggio caprino a pasta molle.
Dopo anni e anni di TV la casalinga sa che non esiste sporco impossibile anche a quaranta gradi, interviene senza rovinare i tessuti e riporta come nuovi i capi sottoposti a lavaggio.
Ma la sua conoscenza sul calcio rimane molto limitata, si racconta di una casalinga a cui dissero vieni, ti portiamo ad una partita. Lei sparì dieci minuti e poi uscì da casa con un borsone. Non appena arrivò dentro il campo tirò fuori la maglietta e i pantaloncini e cominciò a strofinarli come una forsennata sull’erba procurando così delle vistose macchie, spruzzò il sottomanica con DDT per zanzare e mosche, impregnò i calzini con il grasso di un tocco oleoso di caciocavallo ragusano.
Di una cosa non era sicura, tant’è che domandò, è obbligatorio porre una striscia di nutella sul cavallo delle mutande?
Del calcio a lei pervengono pochissime notizie se non quelle derivanti dalla pubblicità del Dash e del Bio Presto
Quando vide i giocatori uscire con un pallone, chiese a cosa servisse quella cosa tonda.