Sotto sole, sotto sale
Eravamo sotto sole, eravamo sotto sale. Conservati nelle nostre stolte certezze. Sudati. Ogni goccia scivolava via per lasciare posto ai dubbi. I solidi dubbi di metà luglio. Che caldo. Che afa. Eravamo impossibilitati a tuffarci in acqua. Che insicurezza. Avere il mare sotto gli occhi e non poter provare una emozione così grande. La storia della nostra vita. Oramai da molti anni non eravamo così vicini. Saranno stati una decina. Molti di noi, quelli nati successivamente, non ricordavano affatto che sembianze avesse. Alcuni di noi scoppiavano in lacrime alla visione di questo spettacolo. La sabbia cocente. Gli ombrelloni. Il mormorio delle persone. La battigia. Umida e accogliente. Piccole onde che a ritmo preciso si avvicinavano ai bambini intenti a giocare. Il sole alto di mezzogiorno. Il riflesso dei raggi fino all’orizzonte. Lo stesso orizzonte che di lì a poco avrebbe offerto il solito spettacolo del tramonto. Parlavamo di com’era stata dura la vita con noi. E di quello che ancora ci aspettava. Intanto la brezza ci oltrepassava i capelli. I più leggeri tra noi s’alleggerivano come aquiloni colorati. Eravamo sotto il sole. Le nostre vite parlavano attraverso i nostri occhi ricolmi di lacrime. Le nostre esistenze erano state fin qui ferme, seppur in continuo movimento. Le nostre anime vagavano pensierose tra gli anatemi lanciati dalla più maltrattata delle umanità. Eravamo sicuri di tutto questo. Eravamo certi che sarebbe finito tutto in qualche ora. Ma la sicurezza maggiore ci veniva dal fatto che a questo Mondo esistono altre migliaia di posti da vedere. Altre migliaia di vite da scrutare. Infiniti mondi da raccontare. Mentre proveremmo ancora ad asciugarci il sudore dalla fronte.