La guerra degli insetti
Da qualche giorno non c’è più pace. Sono arrivati gli umani e per noi insetti, piccoli abitanti di questa casa, è incominciata la guerra.
È sempre la solita storia.
Siamo piccoli, milioni di volte più piccoli di un umano, eppure quegli strani esseri hanno paura di noi e fanno di tutto per sterminarci.
“Noi” siamo insetti striscianti o multi-zampe di varie specie, ragni di tutte le dimensioni e colori, mosche, zanzare e altri volatili del genere.
“Noi” saremmo, a dire il vero, i padroni di casa. Solo che gli umani non sono d’accordo, ritengono che queste mura siano di loro proprietà. Ma se non ci abitano mai! Vengono qui una volta ogni tanto e pretendono di fare piazza pulita di ogni forma di vita che invece, giustamente, vi trova riparo in loro assenza. Piuttosto che ringraziare, che gli teniamo la casa abitata e confortevole, guarda come ci trattano.
Io sono un millepiedi, uno che cammina tanto perché con tutte le zampe che ho non faccio neanche fatica. Mi arrampico sui muri, entro nei pertugi, abito le fessure e mi si trova ovunque. Sono un esploratore, devo per forza muovermi, altrimenti le mie zampe non avrebbero senso. Sono innocuo, non faccio danni, non mordo e non ho il pungiglione. Eppure sembra che la mia sola presenza, come quella dei miei fratelli, sia motivo di orrore puro negli umani. Se va bene, partono armati di scopa e paletta, ci ramazzano e ci buttano fuori senza tanti complimenti. Ma come! Quella era casa nostra! Così ci arrotoliamo su noi stessi e una volta ritrovata la trebisonda, persa con il volo fatto con la paletta insieme a un mucchio di polvere, ci ridistendiamo e ripartiamo alla conquista del nostro nido.
Non la diamo per vinta! C’è una guerra in corso.
Più o meno lo stesso fanno gli amici ragni. Hanno una costanza ammirevole nel ricostruire la loro tela, che puntualmente gli umani distruggono. La rifanno in continuazione, almeno fino a che, piccoli indomiti eroi, non vengono schiacciati da un colpo di ciabatta.
Ma scusate, che male fanno quei capolavori delle ragnatele? Hanno del miracoloso. Sono fatte di niente eppure sono resistentissime! Se le guardi in controluce dopo un giorno di pioggia conservano i colori dell’arcobaleno. Sono geometriche e precisissime. Non c’è niente di più bello in natura. Una parte degli umani le studia per carpirne il segreto. L’altra parte le distrugge inorridito.
Dicono che fanno sporco.
In che senso?
Boh? Non lo so.
Io penso che gli umani dovrebbero essere grati ai ragni.
Ora dico una cosa che non dovrei dire, crudele ma ovvia. I ragni con la loro tela catturano il proprio pranzo e pure la cena, costituiti da moscerini, zanzare, mosche e quant’altro. Creature che dubito siano fra le preferite dagli umani. Io mi tolgo un ipotetico cappello in memoria dei tanti insetti caduti fra le zampe dei ragni. Ma questa è la nostra vita: siamo vittime e carnefici insieme. Qualcuno di noi è cibo per altri, ma almeno questo ha un senso.
Ma questa è la nostra vita: siamo vittime e carnefici insieme.
La vita persa di uno scarafaggio o di un ragno, calpestati dagli umani, che senso ha, invece? Non rappresentano la sopravvivenza per questi assurdi individui. È un insetticidio inutile.
E così, mi scuso nuovamente se sto per dire una piccola cattiveria, sono quasi contento se quelli fra noi un po’ più intraprendenti vendicano i nostri compagni rendendosi effettivamente fastidiosi. In una guerra per la sopravvivenza tutto è permesso.
Qui da poco sono tornate le zanzare. Sono i nostri migliori incursori: è tutto un ronzare festoso! Di norma stanno fuori, ma poiché fa ancora un po’ fresco sono attratte dal tepore di queste quattro mura e vengono dentro a scaldarsi le ali. E si imbattono nell’umano di turno che invece apre le finestre per cambiare aria ed eliminare la polvere. Bè, chi potrebbe resistere a tanto bendiddio che si offre quasi volontario? Non certo il pungiglione dell’affamatissima zanza! Implacabile e preciso colpisce il bersaglio, succhia un gustosissimo sangue umano e provoca prurito e ponfi insopportabili. Brave piccole!
Io sono pacifico, non faccio male a nessuno, ma mi capirete se mi ripeto: questa è una guerra. Che si combatte ad armi impari.
Loro, gli umani, hanno strofinacci, palette, aspirapolvere, spray di tutti i tipi, veleni mortali. Noi ben poco. Dalla nostra parte abbiamo il numero: siamo tanti, tantissimi, un esercito infinito! E pochi di noi hanno delle vere e proprie armi. Come le zanzare appunto.
Anche gli acari, la nostra arma segreta, non scherzano: sono così piccoli che a volte non li vedo neppure io. Sono furbi, si nascondono soprattutto nella polvere per non farsi vedere. Fanno bene, perché sono così brutti, anche per i nostri parametri, che sembrano uscire da qualche film dell’orrore, di quelli che piacciono tanto agli umani. Ecco, il loro punto debole è proprio questa dimensione microscopica. Se gli umani se li ritrovassero alla loro altezza fuggirebbero terrorizzati. Per fortuna quanto fastidio sanno dare! Per dire che non serve essere grandi e grossi nella vita.
Ma tutto ciò è solo per legittima difesa!
Questa è casa nostra, potremmo anche essere disposti a condividerla, ma perché arrenderci subito? Non c’è dialogo con la controparte, nemmeno se sventolassimo una bandiera bianca di tregua.
Non ci resta che schierare le corazzate. Cioè gli scarafaggi. Hanno il corpo robusto che per un po’ può resistere perfino ai tentativi di schiacciamento con attrezzi vari. Certo se vengono calpestati con una scarpa nulla può salvarli. Ma si difendono con onore. Quando sono in tanti creano un fiume scuro brulicante in movimento che fa gridare di ribrezzo qualsiasi umano.
Una lode anche ai soldati semplici, le formiche. Silenziose, pazienti, piccole, riescono a invadere qualsiasi scomparto, stipite, cassetto e a rubare i viveri al nemico. Mentre i moscerini della frutta rendono inutilizzabile una preziosa fonte di vitamine lasciata sguarnita sul tavolo e sulla dispensa. È noto che se si colpisce il cuore logistico del nemico ci sono buone speranze di vittoria. Peccato però che ci vorrebbero miliardi di formiche per ottenere qualcosa di concreto. Il nostro esercito non è così fornito. E gli insetticidi fanno vere e proprie stragi fra i piccoli soldati, purtroppo. Né sono sufficienti i moscerini.
Certo abbiamo altri guastatori. Tarme e tarli, per esempio. Se li si lascia senza controllo riescono a demolire l’intera casa, capaci come sono di trasformare il legno in briciole e i tessuti in buchi. Il che vorrebbe dire distruggere ciò che vogliamo invece difendere, perché questa, dopo tutto, è casa nostra e la vogliamo così com’è.
Se poi volessimo andare pesanti basterebbe chiedere aiuto ai calabroni. Ma quelli sono dei veri killer, se vengono infastiditi mentre costruiscono il proprio nido tra gli infissi o sotto il tetto sono in grado di uccidere un umano con una puntura. Noi insetti abitanti di questa casa non siamo così vendicativi. A differenza degli umani che invece ci vogliono a tutti i costi morti.
Non so come finirà questa battaglia. E non so nemmeno perché ci deve essere una battaglia. Non si potrebbe vivere tutti insieme sotto questo tetto, d’amore e d’accordo? Quasi quasi provo a proporlo, a queste creature insensate. Piano piano proverò ad arrampicarmi sul letto, che tanto le mie innumerevoli zampe mi portano dappertutto, poi farò in modo di infilarmi sotto il cuscino e non visto bisbiglierò qualcosa alle orecchie dell’umano, mentre il mio amico ragno si calerà dall’alto e gli sfiorerà il viso con una carezza e una zanzara canterà dolcemente una ronzante ninna nanna.
Sì, ce la possiamo fare.