Un chant d’amour, erotismo e tenerezza
Caro spettatore,
forse nel bel mezzo di Un chant d’amour interromperai la visione.
Troverai questo film scabroso. Chiuderai il computer e ti metterai a fare altro.
Forse invece ti sentirai un po’ a disagio. Continuerai a vederlo fino alla fine ma non ti convincerà.
Può anche darsi però che ti piaccia, che ti affascini.
È probabile che tu abbia voglia di guardarlo più volte.
O forse ti fermerai ad una visione sola e ne conserverai un bel ricordo.
Un chant d’amour è uno di quei film che non passano inosservati.
Di alto contenuto omoerotico, Un chant d’ amour (1950) è l’unico film di Jean Genet, una delle più controverse personalità di intellettuali parigini del secolo scorso.
Una forte passione erotica, scene di nudo esplicito, un sentimento represso, frustrazione, ma anche tanta, tanta solitudine e una goccia di tenerezza.
Un chant d’amour canta in silenzio tutto questo.
La passione fra due detenuti di una prigione viene rappresentata attraverso immagini di ricordi, fantasie e realtà del presente.
I giochi di luce nelle inquadrature delle scene di sesso regalano all’erotismo l’estetica che gli appartiene.
Un film muto di 25 minuti che riesce a fondere emozioni complementari e che troppo spesso, nell’immaginario collettivo, vengono presentate come opposte o incompatibili.
La tenerezza in Un chant d’ amour non è lontana della passione, bensì si ritrova ad essere sua vicina compagna.
Vi lascio un’immagine che racchiude la poesia di Un chant d’ amour.
La mano di un prigioniero che riesce, dopo mille tentativi, a lanciare dei fiori al vicino di cella, e questi che prende alla cieca il dono.
Un chant d’ amour è autoerotismo, voyeurismo, tenerezza, disperazione, malizia, affetto, rabbia, amore, solitudine.
Un insieme di emozioni nascoste dietro al sesso, il quale, molto spesso, riesce a celare i sentimenti più profondi.
Per vedere Un chant d’ amour basta cliccare qui.
Buona visione.