A quest’ora
A quest’ora per strada si trovano solo i cani, i folli o i senza fissa dimora. O i cani folli senza fissa dimora. Quando camminano, a quest’ora, i gatti assonnati li osservano e arricciano il pelo. Hanno paura anche loro. Restano fermi e osservano il passaggio. I gatti che generalmente se ne fottono. Difatti hanno un’abilità innata nel gestire lo spavento e la conseguente fuga. Un muro di tre metri? Una passeggiata di salute. A quest’ora no. Notte. batte la tastiera. A – C – E – I – L – M – N – O – P – R – S – T. Sono le lettere più utilizzate. Dodici su ventuno, senza considerare le lettere più in uso in parole provenienti da altri ceppi linguistici (X, K, J, W). Chi impara l’alfabeto dovrebbe utilizzarle tutte in egual misura (le quattro U di questo periodo sono solo un’eccezione). Note. Dal DO centrale. DO – RE – MI – FA – SOL, SOL – FA – MI – RE – DO. Dal pollice al mignolo, con la mano destra. Dal mignolo al pollice, con la sinistra. Lento. Un po’ più veloce. Veloce. Velocissimo. Chi inizia a suonare sa bene che è questo l’ostacolo da scalare. Sperando che non diventi la scala ad ostacolare. Dopo vengono i SI bemolle, i FA diesis e i LA maggiore. Come da accordi con l’insegnante. Un passo alla volta. Piano. Apertura. Un interruttore. IL – LO – LA – GLI – LE – UN – UNO – UNA. I primi determinano. La pietra, il gatto. Gli ultimi tre no. Un gesto, una parola. Uno a caso. Che non sia qualsiasi, ma casuale. Non uguale ad altri. Differente nelle sfaccettature. E anche nelle linee di massima. Certo, si tratta di linee immaginarie. Linee immaginate, anche. Bisogna solo fare attenzione a non finirci sopra e nemmeno in mezzo. Chiusura. Di una porta. DI – A – DA – IN – CON – SU – PER – TRA – FRA. Nessuno è mai riuscito a capire quando si apre il portone e come e perché. Nessuno si pone davanti. Chi usura la propria esistenza logora il fare più che il dire. Raggiungere il proprio scopo a metà. Mezzi fini, non secondi. Altrimenti sarebbero interi, opinioni a parte. La matematica del linguaggio. Nell’agitare la mano, si chiede aiuto o si saluta. Non c’è assioma che tenga. Tutto è più articolato di come sembra. A quest’ora no. I gatti sono mezzo addormentati, se non tutti. Osservano il passaggio, sperando di dover evitare movimenti bruschi. Incazzati per aver perso un po’ di sonno. Girano la testa. Con i loro occhi gialli che assumono un’aria tra il minaccioso e il preoccupato. In fondo sono gli animali più selvaggi tra quelli domestici. A quest’ora per strada si trovano solo cani folli senza fissa dimora. E gatti pronti a fuggire verso una meta che sia casa.