Jeep Cherokee Limited
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La mole della Jeep Cherokee non deve spaventare. La prima sensazione piacevole che ho provato mettendomi alla guida è stata la sua franchezza. Sì, è un’auto sincera, sul serio. A dispetto di ingombri non proprio da utilitaria, si lascia condurre con estrema naturalezza. Sembra di averla guidata da sempre. Sguscia nel traffico quasi fosse di altra categoria. Nonostante una gommatura più che generosa, manovrare il volante è a prova di bambino, per non parlare poi della precisione di sterzata. Mi si presenta con la carrozzeria grigio medio, interni in pelle nera, dotata di tutto punto. Metterla in moto è semplicissimo: basta avere le chiavi in tasca e premere il pulsante start tenendo premuto il pedale del freno. Da lì, il gioco è fatto, si entra nell’universo Jeep, un marchio storico per questo genere di vetture.
Rispetto al modello che va a sostituire, fuoristrada dura e pura, qui la casa ha virato verso il concetto di Sport utility vehicle, ma più nella veste estetica che nella sostanza
Esteticamente la Cherokee è cambiata in modo radicale. Oggi si presenta con un muso da squalo, accentuato dai fari sottili che sfuggono verso la fiancata e dalle classiche sette feritoie della calandra che le conferiscono un sorriso da belva. Sagomato e alto il posteriore, dove si ripropone di nuovo una fanaleria sottile ed orizzontale. Qualche purista potrebbe storcere il naso per qualche richiamo di troppo alle coreane più gettonate, ma non trovo sia un demerito, anzi, dimostra che il marchio Jeep sa fare sfoggio di notevole fantasia, capacità di rendere moderno un classico e di spostare ancora più in alto i parametri di riferimento. La concorrenza tedesca ed orientale è spietata, ma a mio avviso questo brand rimane inevitabilmente esempio di equilibrio e valore sotto tutti i punti di vista.
Discretamente veloce, non è certo un fulmine di guerra ma di sicuro dà soddisfazione ad ogni colpo di acceleratore
Apprezzeranno invece quanto me la telecamera posteriore che magicamente, appena si innesta la retro, proietta sull’enorme schermo a centro plancia tutto ciò che c’è dietro di voi. Completano la magia gli specchietti retrovisori esterni che si inclinano verso il basso per inquadrare il bordo strada, con buona pace di gomme e cerchi in lega, troppo spesso immolati sull’altare sacrificale di cordoli e marciapiedi. Notevole il bagagliaio, a prova sia di shopping compulsivo che di allucinante domenica all’Ikea. Piacevoli ed inaspettati i consumi, tenendo conto che non sempre ho seguito i suggerimenti dell’indicatore di cambiata che imperterrito lampeggiava giallo sul cruscotto. Dopotutto, cara Cherokee, tu sei l’auto ed io il pilota, è bene che si sappia!
L’esemplare in prova è stato gentilmente fornito da Motor Village, Corso Meridionale 53 Napoli
Ho provato per voi Jeep Cherokee 2000 turbodiesel Limited 140 cavalli cambio manuale 6 marce