L’âge d’or, lo scandalo del 1930
“L’ âge d’or rappresenta il conflitto presente in tutta la società umana tra il sentimento dell’amore e qualunque altro, di ordine religioso, patriottico, e umanitario; i personaggi e i paesaggi sono reali, però il loro percorso è animato dall’istinto che eccita tutte le azioni escludendo il controllo. L’istinto sessuale e il sentimento della morte formano la sostanza del film”
Luis Buñuel descrive così il suo film, L’ âge d’or.
Se Un Chien Andalou aveva già suscitato scalpore nel 1929, con L’ âge d’or (1930) il pubblico restò scandalizzato, segnando la carriera del regista Luis Buñuel all’insegna dell’anticonformismo.
L’ âge d’or, primo film sonoro di Bunuel, se non uno dei primi film sonori francesi, scatenò le più dure reazioni , subendo persino un violento assalto nello Studio 28 dov’era proiettato.
Per ben 21 anni verrà bandito dai cinema francesi, dopo solo 8 giorni di proiezione. La censura finirà soltanto nel 1951.
Si dice che Salvador Dalì, già coautore di Un Chien Andalou, abbandonò il progetto di L’ âge d’or proprio perché lo reputò troppo estremo, lasciando Buñuel da solo nella sua impresa.
La domanda sorge spontanea: perché bandire L’ âge d’or per tutti questi anni? Perché censurare così bruscamente un semplice film?
Lasciate che vi mostri alcuni fotogrammi di L’ âge d’or per farvi intuire il carico erotico ed anticlericale presente nel film.
Vescovi in preghiera su rocce in mezzo al nulla completamente decontestualizzati, ridotti poi a scheletri, la rappresentazione di Cristo in un ruolo del tutto lontano da quello del Vangelo (non vi anticipo nulla…) una donna che succhia il dito del piede di una statua, una coppia presa in giochi di intimità quasi animaleschi.
Il filo rosso che lega la trama di L’ âge d’or, secondo film surrealista di Buñuel, è la passione erotica che unisce i due protagonisti, costantemente ostacolata dalla società. I due si perdono, si cercano, si trovano.
La forte passione trasforma l’uomo in animale violento. Non a caso l’uomo protagonista del film, preso dalla passione, comincerà ad aggredire ogni animale nel quale si imbatterà, da un cane a uno scarafaggio.
Mentre vedevo L’ âge d’or riflettevo sul fatto di come vedendo un film in bianco e nero, abbastanza vecchiotto, siamo portati a pensare che non troveremo immagini violente o scabrose. Siamo abituati al perbenismo delle vecchie immagini.
Mi sono dovuta ricredere vedendo in una scena il protagonista dare un calcio a un non vedente, apparentemente senza un motivo. Un’inquadratura di pochi secondi, un calcio e via.
Si dice che Salvador Dalì, già coautore di Un Chien Andalou, abbandonò il progetto di L’ âge d’or proprio perché lo reputò troppo estremo, lasciando Buñuel da solo nella sua impresa.
Con tutto ciò, non vi siete incuriositi?
Per vedere questo classico intramontabile del cinema surrealista basta prendervi 65 minuti liberi ed accomodarvi sulla vostra poltrona.
Ecco qui L’ âge d’or:
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=FzpdnuH6rjE]