Fenomenologia della prima ruga
La prima ruga, come la prima volta, non si scorda mai.
Ma a differenza di quest’ultima, è sotto gli occhi di tutti e di certo la seconda non ti renderà più felice.
Quel che è certo è che succederà. Anche a te, che fino a due giorni fa combattevi con i brufoli e consumavi litri di Topexan e tonnellate di cremine anti-adolescenza, anche a te che ancora combatti con l’adolescenza, succederà.
Succederà che una mattina, guardandoti allo specchio, scoprirai un increspamento, un piccolo solco, laddove un tempo era tutta elasticità cutanea. Penserai che sia tutta colpa della notte passata nel letto abbracciato a Morfeo, ma arrenditi: non è colpa di Morfeo e quella non è una piega. E tu non sei un lenzuolo.
Lei sarà lì, la tua prima ruga, a sancire il passaggio ad una maturità che per ora inizia a graffiarti solo la pelle.
La prima ruga parla di noi.
Ci sono quelle naso-labiali, le autostrade del sorriso. Le naso-labiali sono come quelle cugine simpatiche che vedi sempre meno, ma che in fin dei conti sono simpatiche. Le naso-labiali le hanno (quasi) tutti, anche se sembrano una specie in via d’estinzione, grazie all’uso massiccio di photoshop che non ha pietà di nulla, neanche delle tracce lasciate dai nostri sorrisi.
Poi ci sono loro, le zie inacidite, le zampe di galline che compaiono però solo a chi vive in campagna. Se si vive al mare abbiamo le zampe di gabbiano, per chi vive in città, non c’è scampo, ci sono solo sgommate di SUV.
Per liberarsi di loro ci sono pochi e semplici accorgimenti da adottare: chiudere il pollaio, abbattere i gabbiani, istituire una zona a traffico limitato per il contorno occhi. In alternativa si può: smettere di sbattere le palpebre, strizzare gli occhi e fare l’occhiolino: dimenticatevi quindi qualsiasi tipo di abbordaggio vecchia scuola.
E poi c’è lei, la Beyoncè dell’invecchiamento precoce, la Wanda Osiris dello stropicciamento cutaneo: l’incarognita. L’incarognita, detta anche ruga del Ligabue o ruga della Fornero a seconda della profondità e della gravità della situazione, sta lì a sfidarti.
Per liberarsi di loro ci sono pochi e semplici accorgimenti da adottare (…) smettere di sbattere le palpebre, strizzare gli occhi e fare l’occhiolino
L’incarognita non perdona, è figlia di equazioni che non sapevi risolvere al liceo, test all’università a cui non sapevi dare risposta, conosce il tuo capo, tutte le persone che avresti voluto mandare al diavolo e tutti i tuoi intimi turbamenti. E’ come tua madre, solo che non la devi chiamare e che non sa cucinare.
Qualunque sia la tua prima ruga non odiarla, accettala. Se non puoi, sopportala. La prima ruga è come un parente, ma non ha bisogno di chiederti come stai, cosa fai, perché lo sa.
E’ la traccia dei nostri giorni, la prima frase su un diario che non dimenticheremo mai di scrivere.