Il mio primo Roland Garros
Il cielo era grigio quella mattina di giugno su Parigi, e nonostante il meteo poco favorevole, mio padre mi svegliò euforico, entusiasta come non l’avevo mai visto. Mi consigliò di vestirmi a strati, e di mettere la giacca a vento. “Farà freddo a stare fermi” mi disse veloce. Feci colazione affogando nel latte la baguette calda, comprata al forno di fronte casa. Preparammo le borse e uscimmo rapidi imboccando Rue des Ormes direzione metropolitana. La RER A come sempre era affollata, ma almeno puntuale. Da Bry Sur Marne il viaggio era davvero lungo, intervallato da un paio di scambi, uno a Les Halles e l’altro a Odeon. Ci voleva esattamente un’ora per raggiungere Boulogne. Ma dell’attesa non mi importava. In metropolitana amavo osservare tutta quella gente che saliva e scendeva. Così ordinati, i francesi, sembravano avvolti da un’innata eleganza. Mi sarebbe piaciuto parlare quella lingua così affascinante, così dolce, per poter chiedere a ognuno di loro di raccontarmi delle proprie vite. Avrei voluto essere una di loro.
Era dipinta di giallo, un po’ sbiadito, non sapevo cosa significasse, ma c’era scritto Roland Garros
Non conoscevo quello sport, cercai di capire qualcosa dalla descrizione che mio padre invano provò a darmi. Mi persi al primo “Game”. Mentii annuendo quando mi disse: “facile no?”. Capì che quel cenno era una bugia, ma fece finta di credermi. Stava iniziando la prima partita e si doveva fare silenzio.
Capì che quel cenno era una bugia, ma fece finta di credermi. Stava iniziando la prima partita e si doveva fare silenzio
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Virginiana Miller – La Verità sul Tennis
Dea pagana del sole sul campo centrale
Spero in una volè di sguardi per me – io ti spio
Si mi piace guardare, godermi lo stile che hai
E rodermi il cuore di panna al bar
Ma nessuno lo sa, no nessuno lo sa – io ti spio
Tesa fino al gemito, fiato reso libero
vita in fuga lungolinea
E sotto la doccia scivolava la bella vacanza
Fra i pini di Roma come la schiuma, come l’età
Ma nessuno lo sa, no nessuno lo sa – io ti spio
Nessuno sa, nessuno immagina che ci penso ancora
Nessuno sa, nessuno immagina che mi manchi ancora
Nessuno sa che pensando a te io mi masturbo ancora
La verità, la verità sul tennis nessuno sa, nessuno immagina