La vita, l’universo, tutto quanto
Mettetevi comodi, al play si parte.
Terra: è da qui che scrivo. Il mio pianeta ha una superficie di cinquecentodieci milioni di chilometri quadrati, di cui più di due terzi costituiti da grandi distese d’acqua salata: gli oceani. Negli oceani ci sono millequattrocentotredici miliardi di miliardi di litri d’acqua. Un numero impressionante, una quantità così spropositata che solo a pensarci mi sento già sommerso, anzi, schiacciato. Se tutta quell’acqua mi precipitasse addosso neanche farei in tempo ad annegare. È per questo che ci chiamano il Pianeta blu, i fortunati che ci vedono da fuori attraverso gli oblò. Quanto al trenta percento scarso di superficie restante, esso pullula dei più variegati scenari, climi e orizzonti: foreste, savane, ghiacciai, deserti, paludi, fiumi, montagne, vulcani. Uno spettacolo naturale di ineguagliabile bellezza. E poi ovviamente le città, baluardo del processo di civilizzazione della razza dominante del pianeta: l’essere umano. Ma su questo non mi soffermerei. Voglio alzare la testa.
Stelle, così vicine e così lontane. Così suggestive. Forse perché puoi vederle tutte le sere, ammesso che tu sia così fortunato e che di tanto in tanto alzi la testa, sapendo però che non potrai mai prenderne una per vedere com’è fatta. Mi piacciono le stelle, per tanti motivi, ma quello principale è senza dubbio il loro sovvertire il concetto di vita e morte. Mi spiego: quando una cosa si trova ad anni luce di distanza vuol dire che così come noi impiegheremmo tot anni viaggiando alla velocità della luce per raggiungerla, così la sua luce impiega quei tot anni per arrivare da noi. In pratica quelle che noi vediamo in cielo non sono le stelle nel loro tempo presente: sono quelle stelle cinque, otto, undici anni fa, a seconda della loro distanza. Se oggi una stella morisse quindi noi continueremmo a vederla lì per altri svariati anni, e questo di fatto fa sì che quella stella per noi esista, anche se in realtà non c’è più.
Quante sono le stelle? Milioni, miliardi, centinaia di miliardi? Di più, molte di più. Una galassia media ne contiene diverse centinaia di miliardi, le più grandi possono arrivare addirittura a mille miliardi di stelle. E noi, solo nell’universo osservabile, ne abbiamo stimato l’esistenza di oltre cento miliardi, di galassie. Facendo un po’ di conti si arriva a settantamila miliardi di miliardi di stelle. Settantamila miliardi di miliardi di stelle. Fermati, smetti di leggere e pensa un attimo a questo numero. Settantamila-miliardi-di-miliardi. Più di tutti i granelli di sabbia contenuti in tutte spiagge del mondo. Non lo senti l’imbarazzo? Non ti senti piccolo, minuscolo, paragonato a quest’immensità? Io sì ed è per questo che amo l’universo, che mi piace conoscerlo e scoprire quello che è stato scoperto su di esso.
Sapere che nella distanza tra la Terra e la Luna ci entrerebbero uno accanto all’altro tutti i pianeti del sistema solare mi fa sorridere, a me sembrava così piccola! Come sapere che in quella tra Saturno e il suo anello la Terra ci entra sei volte, che il Sole è infinitamente più grande del nostro pianeta pur essendo una stella medio-piccola, che ci sono stelle (VY Canis Majoris) un miliardo di volte più grandi del sole, che se riducessimo il sole alla grandezza di un misero globulo bianco la Via Lattea, usando le stesse proporzioni, risulterebbe grande quanto gli Stati Uniti. Mi piace pensare a queste cose così infinitamente più grandi di me. Mi fa sentire piccolo, e se sono piccolo anche i miei problemi sono piccoli. Mi piace pensare alle distanze siderali, alle comete che viaggiano per secoli nello spazio vuoto (che poi vuoto non è), all’infinità di possibili mondi simili o diversi dal nostro, lì fuori.
Così quando ho voglia di lanciare via la mente dal corpo, quando sento che la mia stessa pelle mi sta stretta, so che lì fuori c’è uno spazio abbastanza grande per accoglierla. E la canzone giusta da ascoltare.