Nick Drake che guarda dalla finestra

Nick Drake guardavi dalla finestra in un giardino molto verde, e io facevo lo stesso dalla mia, ma vedevo un pino solitario e un po’ polveroso, tra una villetta primi del ‘900 e un palazzo di sette piani. La tua voce che faceva compagnia, le note della tua chitarra, mentre io sedevo sul davanzale della finestra di camera mia, affacciata sul terrazzo, con la chitarra tra le mani, facendo finta di essere te. A quei tempi non si sapevano molte cose, non si era in questa epoca, dove siamo così rivelati. Io le intuivo, e solo più tardi ho capito che ciò che intuivo era vero. Non c’è niente di più vero di quello che rivela l’intuito attraverso una musica, una voce. Avevo attaccato sopra al comodino la tua foto, eri in piedi contro un muro di mattoncini, ci parlavamo. Sapevo solo che non avevi avuto successo, che inseguirlo ti veniva difficile, e la fatica che avevi a sottostare alle regole di mercato. Eri morto a 26 anni, nel ’74, quando io di anni ne avevo 12.  Eri quasi coetaneo di mio fratello maggiore, e ve ne eravate andati alla stessa identica maniera. Sapevo che per me eri un grande musicista e poeta. A quei tempi non erano molti a dirlo. La prima volta che ho sentito Five Leaves Left, il tuo primo album, erano gli anni ’70, il ’77 per precisione.

Tu stavi davanti a quella finestra sulla copertina dell’Lp e io seduta sulla mia, ad ascoltarti. Accompagnavi il mio primo amore di ragazza, e avevo la sensazione che quelle frasi che scrivevi nella tua lingua entrassero nella mia interiorità come chiavi in una serratura. Ascoltarti mi faceva germogliare dentro. Ora che si sa tutto di te – so persino che ascoltavi spesso la musica barocca e i libri che leggevi – tante cose hanno trovato conferma di quel sentirti così omologo.

Nick, non sono qui per raccontarti agli altri, ma per dedicarti questa giovanile risposta a Day is Done, scritta da me, probabilmente sul davanzale di quella finestra, mentre tu eri affacciato alla tua e girava Five Leaves Left sul piatto, nella mia cameretta di sedicenne. Lo immagino dal testo, e poi stavo lì seduta spesso, lasciandomi andare alle sensazioni, e a scriverne. L’ho ritrovata sulla seconda di copertina di un libro acquistato nel ’78.

Da ragazzi indubbiamente siamo noi stessi il centro del mondo, così è interessante vedere come ogni tua parola abbia trovato una rispondenza nel mio animo e nella mia realtà.

No, non era imitazione, era il mio modo di connettermi con te, e lo è ancora credo, quando ti ascolto e scrivo…. Seems so very sad for you – Didn’t do the things you meant to do – Now there’s no time to start anew – Now the party’s through… ciao Nick che guardi dalla finestra.

When the day is done
Down to earth then sinks the sun
Along with everything that was lost and won
When the day is done.

When the day is done
Hope so much your race will be all run
Then you find you jumped the gun
Have to go back where you began
When the day is done.

When the night is cold
Some get by but some get old
Just to show life’s not made of gold
When the night is cold

When the bird has flown
Got no-one to call your own
Got no place to call your home
When the bird has flown

When the game’s been fought
You speed the ball across the court
Lost much sooner than you would have thought
Now the game’s been fought.

When the party’s through
Seems so very sad for you
Didn’t do the things you meant to do
Now there’s no time to start anew
Now the party’s through

When the day is done
Down to earth then sinks the sun
Along with everything that was lost and won
When the day is done.

(Day is Done, Nick Drake, da Five Leaves Left, 1969)

 

Day is Done

the day is done

Il giorno si accascia dietro al pino, ammantato di sole, e nascosto tra i tetti. Ciò che è trovato spesso va perduto, ma qualche volta capita che quello che si era perduto, è di nuovo vinto. Alla fine del giorno, non si fanno bilanci ma solo si annotano sul foglio, come trattini, le cose vissute.

hope so much your race will be all run

Io mi ritraggo troppo spesso dal gareggiare, e così, qualche corsa resta nelle gambe, non c’è bisogno neppure di ritornare al via: non si è avuto fretta a partire, ma solo paura. Non devo tornare da dove sono partita, solo avere più coraggio e partire davvero.

when the night is cold

Alcune notti sono fredde, altre sono sveglie, tutte sono piene di dubbi e di pensieri, i miei giorni non sono mai fatti d’oro ma di latta come le scatole dei biscotti, invecchiano solo i foglietti che ci metto dentro, e i dubbi non ce la fanno a passare.

when the bird has flown

Io appartengo a questo davanzale della finestra, da sola o in compagnia dei miei momenti. Di mio ho questo, e forse qualcos’altro. Il passero si allontana ad ogni tramonto direzione pratini della stazione. Là trova compagnia. E io tocco con mano la solitudine, nonostante tante persone intorno.

when the game’s been fought

Sono bravissima a sentirmi perdente nel mezzo al cortile, la palla è volata di là dal muro, e non posso neppure andarla a riprendere e riprovare. E’ velocissimo, pensavo di fare un centro, invece, mi è sfuggita di nuovo.

when the party’s through

Non sono brava neppure io a portare a termine le cose che vorrei, al centro o in disparte, non sono mai efficace, non sono mai opportuna, e quando l’occasione è mancata, ho la sensazione che non torni più. Seems so very sad for you. I’m sad for me and you.

down to earth then sinks the sun

Tu sei perduto davvero e andato via come il sole, solo che lui torna di nuovo domani sopra al pino, e di sera cade di nuovo dietro ai tetti tra le case del mio quartiere, il mio piccolo mondo popolare e poco dorato. La cartina era davvero l’ultima, per te. When the day is done.