La settimana del riccio
Buonasera, sono Ciccio il riccio. Tra poco vi racconto la mia settimana tipo. Ma prima mi presento. Non mi piaccio. E non mi piace quel che faccio. Ho una testa grossa ed un cervello piccolino. Sono un riccio europeo. Avrei anche un nome latino, ma è solo una lingua morta e nessuno la parla più. Il mio muso è molto allungato. Il collo tozzo e il corpo rotondo. Ho orecchie piccoline, zampe corte e piedi lunghi con cinque dita con unghie appuntite. Un po’ mi danno fastidio. Però non sono riuscito a trovare nessuno pronto a tagliarmele. Sono scontroso. Almeno così dicono di me. Molto in uso è l’espressione “chiudersi a riccio”. Non sono mai riuscito a spiegarmi il motivo. In realtà sì. Odio i miei simili. Li evito. Ogni scusa è buona per una zuffa. Se mi scontro con un riccio più giovane e piccolo, mi faccio valere. Altrimenti devo abbassare gli aculei. Ho dei bellissimi aculei. Alla nascita sono normalissimi peli. Quando cresco diventano simili a spine grandi due centimetri. Quando ho la sensazione di pericolo, mi chiudo a palla. Gli aculei mi proteggono e chiunque prova a mordermi, si potrebbe fare molto male. Solo la volpe ha capito come fare. Mi piscia addosso ed io mi riapro. Una reazione che mi viene naturale. Lei mi morde sul muso e mi uccide. Speriamo non diffonda la voce tra gli altri predatori. Da ottobre a maggio vado in letargo. Ogni tanto mi sveglio perché ho fame. Se non accumulo abbastanza grasso in estate, rischio di morire nel sonno. Il mio olfatto potente mi consente di stanare le mie prede. Poi dormo. In estate mi muovo di notte. Percorro sempre la stessa strada. Non tanto per il caldo. Ciò che mangio è più reperibile dopo il calar del sole. Non ho ancora capito bene il pericolo delle automobili. Negli anni hanno continuato a costruire strade attorno ai boschi. Spesso mi capita di trovarmi su una di queste strade. Appena vedo quattro ruote, mi appallottolo. E queste mi schiacciano. Dopo le volpi, le automobili sono la più grande causa di morte per me. Non riesco proprio a reagire. D’impulso mi appallottolo immobilizzandomi. A quel punto sono spacciato. Cambio spesso casa. Mi darebbero fastidio eventuali visite, così cerco di rendermi irreperibile. Non vi dico della fase riproduttiva. Un dramma, con questa dotazione che definirei piuttosto scarsa . Davvero non capisco come mai è in uso l’espressione “scopare come un riccio”. Forse per la gestazione. Ma dico io, mettete i conigli come esempio, perché vi assicuro che per me è un dramma. Mi piacciono molto gli esseri umani. Ma loro mi vedono come una specie di passatempo e vanno ghiotti per la mia carne. Ecco, adesso avete capito chi sono. Vi ho promesso la mia settimana tipo. Eccola qui (in realtà sono due le settimane tipo. Quella invernale e quella estiva):
Lunedì: dormo;
martedì: dormo;
mercoledì: dormo;
giovedì: dormo;
venerdì: dormo;
sabato: se ho fame, mi sveglio per cercare del cibo. Poi torno a dormire;
domenica: dormo.
Settimana estiva:
lunedì: mi sveglio. Cerco qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere. Vado in cerca di cibo;
martedì: cerco una nuova casa. Ieri, rientrando ho sentito rumori strani. I miei figli non sono al sicuro;
mercoledì: vorrei tanto fumare una sigaretta. Già. Cosa pensate che solo voi umani potete avere vizi?;
giovedì: ieri ho mangiato qualcosa che mi ha dato fastidio. Mangiare la notte non è molto positivo. Ma l’abbondanza di quelle ore mi fa abbuffare. Non riesco spesso a controllarmi e poi devo accumulare riserve di grassi per il mio lungo letargo;
venerdì: oggi sono preoccupato. Ho come la sensazione che incontrerò una volpe. Sembra tutto così tranquillo. Quella stronza si mette a urinarmi addosso. Dopo sono rovinato, chi bada alla mia famiglia?;
sabato: mi andrebbe di fare l’amore. Non riesco a concentrarmi. Seimila aculei da evitare. Provateci voi!;
domenica: non ho incontrato volpi. Anche questa settimana sono salvo. Stanotte devo cercare di evitare le strade e tutte quelle automobili. Altrimenti mi appallottolo e muoio.
Come vedete non ho una vita molto frenetica. Vivo in un mondo paranoico. Non mi piaccio. Ma questo già l’ho detto. Campo alla giornata, anche perché certi luoghi non mi consentono alcuna pianificazione. Odio quelle stronze delle volpi. Odio tutti, tranne la mia compagna e i miei cuccioli. Potrei campare anche dieci anni. Ma dieci anni così, che palle. Forse per questo ogni tanto cerco delle strade. Per morire giovane e non pensarci più. Non vorrei essere riccio, ma visto che lo sono, mi chiudo su me stesso e tiro avanti.